Giuseppe Tobia

“Il" tutto scorre "di Eraclito nasce da una sorgente, su in alto tra i monti di Venere, come un ruscelletto e, diventato fiume, scorrendo tra amene campagne, aride pianure, vallate scoscese e impervie che si affacciano su burroni a strapiombo, arriva al mare dove sparisce e si confonde con tutte le altre gocce che compongo l'immensa distesa di acqua azzurra e che l'attendono fuori dal tempo.”

“La vita ci prende al lazo, come si fa con i cavalli selvaggi, e ci porta nei suoi recinti per domarci e obbedirle così fino alla fine.”

“Correndo la cavallina, non si va, di sicuro, a cavallo, ma si può certamente"cavalcare".”

“Se giuri ad una ragazza che l'amerai fino alla morte, corri a comprare mille corni napoletani, non dimenticare i gobbetti e metti il ferro di cavallo dietro la porta, potresti morire a breve.”

“Non bisogna mai dimenticare che l'asino raglia e il cavallo nitrisce e che ,qualunque cosa si faccia, è impossile che avvenga il contrario.”

“Le pulsioni sessuali, costrette dagli orpelli della morale, scalpitano in noi come i cavalli da rodeo nei loro recinti, essendo nate per essere libere e galoppare nelle allegre praterie della sessualità senza i boccagli e le redini della civiltà.”

“La fortuna ci porta in sella con lei su un cavallo bianco, la sfortuna su uno nero.”

“Il sorriso dell'ipocrita trae in inganno più di un "cavallo di Troia"”

“Un tempo, il principe azzurro arrivava su un cavallo bianco, oggi arriva su una Ferrari rossa.”

“Beati gli animali che vivono senza sapere di dover morire.”

“Nelle città, tutti i tipi di animali hanno preso forme umane”

“È l'uomo che ha discriminato gli animali, non Dio.”

“I sogni della notte sbiadiscono lentamente alle prime luci dell'alba trasformandosi in desideri.”

“I desideri inappagati alimentano i sogni.”

“I fiori colorano la vita e la morte.”

“D'in su la vetta della torre antica, | passero solitario, alla campagna | cantando vai finché non more il giorno; | ed erra l'armonia per questa valle.”

“Che pensieri soavi,
che speranze, che cori, o Silvia mia!
Quale allor ci apparia
la vita umana e il fato!
Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato,
e tornami a doler di mia sventura.
O natura, o natura,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?”

“O speranze, speranze; ameni inganni | Della mia prima età!”

“[…] ogni felicità si trova falsa e vana, quando l'oggetto suo giunge ad essere conosciuto nella sua realtà e verità.”