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@antonello, membro dal 31 Dicembre 2017
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“Questa è la mia visione. Guardo al futuro, a un tempo in cui l'uomo progredirà verso qualcosa di più degno e più alto del suo stomaco, quando ci sarà una motivazione più sottile che spinga gli uomini all'azione che quella di oggi, lo stomaco. Mantengo la mia convinzione della nobiltà e dell'eccellenza del genere umano. Credo che la dolcezza spirituale e l'altruismo avranno la meglio sulla grossolanità della gola. E ultimo di tutto, la mia fede è nella classe operaia. Come ha detto un francese, "La scala del tempo fa sempre eco alla scarpa di legno che sale, mentre lo stivale tirato a lucido discende."”

Jack London (1876–1916) scrittore statunitense

Such is my outlook. I look forward to a time when man shall progress upon something worthier and higher than his stomach, when there will be a finer incentive to impel men to action than the incentive of to-day, which is the incentive of the stomach. I retain my belief in the nobility and excellence of the human. I believe that spiritual sweetness and unselfishness will conquer the gross gluttony of to-day. And last of all, my faith is in the working-class. As some Frenchman has said, "The stairway of time is ever echoing with the wooden shoe going up, the polished boot descending."
Origine: Da What Life Means to Me, 1905, pubblicato in Revolution and Other Essays, Macmillan, 1909; citato in What Life Means to Me http://www.jacklondons.net/whatlifemeanstome.html, jacklondons.net.

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“Se Tess avesse potuto afferrare l'importanza dell'incontro si sarebbe chiesta perché quel giorno fosse destinata a essere notata e desiderata dall'uomo sbagliato e non
dall'altro: quello giusto amato sotto tutti gli aspetti; quasi che l'umanità fosse in grado di poter sempre offrire ciò che è giusto e che è desiderato. Ma l'uomo che poteva avvicinarsi al suo ideale, tra i ragazzi conosciuti, non era per Tess che un'impressione fugace e quasi dimenticata.
Nella difettosa esecuzione del piano ben disposto dell'universo, raramente l'invito provoca l'arrivo di chi si invoca, e raramente si incontra l'uomo da amare, quando viene l'ora per l'amore. La natura non dice troppo spesso "guarda" alla povera creatura nel momento in cui il guardare potrebbe
portare a una lieta conclusione; né risponde "qui" alla carne che grida "dove?"; finché tutto questo nascondersi e cercarsi diventa un gioco penoso e senza mordente.
Potremmo chiederci se all'acme e alla sommità dell'umano progresso questi anacronismi saranno modificati da un'intuizione migliore, da un più stretto rapporto reciproco nell'ingranaggio sociale, che non ci scuota in ogni direzione, come ora; ma non si può predire un simile ideale, forse nemmeno concepirlo come possibile. Così, anche nel caso attuale, come in milioni di altri, le due parti di un perfetto insieme non si sono incontrate al momento perfetto: la controparte assente,
vagando indipendente per la terra, aspetta in crassa ottusità un tempo che giungerà sempre troppo tardi.”

Thomas Hardy (1840–1928) poeta e scrittore britannico

Tess of the D'Urbervilles

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“La giovane evitava in particolare i faggi e i frassini, che gocciolavano più insidiosamente di tutte le altre piante. Così facendo dimostrava quanto le donne comprendano bene gli umori e le caratteristiche della natura: un uomo che avesse attraversato quei campi non si sarebbe nemmeno accorto che dagli alberi scendeva acqua.”

Thomas Hardy (1840–1928) poeta e scrittore britannico

Origine: Da Il Barone von Xanten, in Intrusi nella notte ed altri racconti, a cura di Laura Serra, Mondadori, Milano, 1997, p. 175. ISBN 978-88-04-40735-5

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