Alda Merini: Frasi popolari (pagina 11)

“Si va in manicomio per imparare a morire.”

“Ma ti immergi in Tomaso e vi ricavi | quell'acqua nuova della scienza pura.”

“I figli si partoriscono ogni giorno.”

“Aprirà nuovi colli l'imeneo | quando avremo una porta da rapire | a queste antiche sommità di spazio. | Con te fuso nel ritmo della forza | che mi ha cresciuta, compirò prodigi.”

“Ti dirò di cercar la voce nuova | di cui io forse sono sentimento | e che profonda come la tua voce | mi tolse dall'inferno del sapere.”

“Prima di entrare in quel popolo che di solito è chiamato "dei matti" bisogna ricordarsi che tra loro ci sono stati Campana, la Merini, il Tasso, Hölderlin e tanti altri.”

“Vorrei un figlio da te che sia una spada | lucente, come un grido di alta grazia.”

“Nulla che possa compararsi a un uomo | che ti lascia supina | con il seme di Bacco nella testa.”

“Ma poi che avvenne il crollo onde di un moto | originario mosse la dolcezza | della Sua pura Essenza, | nudi giacciono in sonno gli Antenati, | anfore chiuse al fremito del parto.”

“Niente è più necessario di ciò che non serve.”

“La casa della poesia non avrà mai porte.”

“Il dolore non è altro che la sorpresa di non conoscerci.”

“Né so, quando mi penetri di baci | quanto di te il mio spirito trascini.”

“Mamma, io ti ringrazio | dalla rigida tomba entro cui siede | il mio pensiero finalmente puro.”

“Non faccio niente per diventare bambina.”

“C'era, Alina, intorno a te un presepe | di cose pure, appena toccate, | un fiore d'arpa, angelico silenzio | di labbra maledette.”

“O labbra, labbra disunite e bianche | nel valore del pianto penitente.”

“Io mangio solo per nutrire il dolore.”

“Ora che se ne va sembra mi cada | questo lungo mantello e denudata | è la mia carne e presa dentro i ceppi | dell'abbandono.”