Carlo Dossi: Frasi popolari (pagina 3)

“Io non scrivo mai il mio nome sui libri che compro se non dopo di averli letti, perché allora soltanto posso dirli miei.”

“Giordano Bruno, dedicò la sua satira contro la fede e il papa (l'asino ideale) dal titolo Cabala del cavallo Pegaseo ad un vescovo – con queste parole "prendetelo, se volete, per uccello; perché è alato e dei più gentili e gai che si possano tenere in gabbia”

“Massimo segno della fine, è il principio.”

“La ragione è a tutti comune, la volontà no.”

“Italia 1870. Tempi di recrudescenza governativa. La tutela della P. S. affidata ai bricconi. Il mostruoso connubio fra Chiesa e Stato. I regolamenti, perpetua offesa alle leggi, etc. etc., l'usura.”

“Il gatto potrebbe chiamarsi lo scaldamani delle poverette.”

“Il pudore inventò il vestito per maggiormente godere la nudità.”

“Il sorriso è alla bellezza, quello che il sale è alle vivande.”

“Anticamente migliaja di Dei parevano pochi; oggidì uno è di troppo.”

“Quanto sa, gl'impedisce di sapere quanto dovrebbe.”

“Chiedete un favore, sempre al dopopranzo — non fatene se non prima di pranzo.”

“Al fuoco della verità le obbiezioni non sono che mantici.”

“La poesia a imagini e la poesia a sentenze. La prima è la più antica. Oggi prevale la seconda – ma già si cerca di maritarle – formando una poesia dalle imaginose sentenze, o sentenziose imagini. – L'arte magnanima di Michelangiolo. – Le cruschevoli melensaggini.”

“I Missionari Cattolici, a differenza dei protestanti, invece di tentare la conversione dei selvaggi coll'insegnar loro le umane universali regole del Vangelo, s'intende, col contrafforto della pagnotta, ancor prima di parlar loro di Dio, parlano dell'Immacolata e del Purgatorio. E credono poi di averne convertite migliaja quando possono arrivarli con una secchiata di aqua benedetta.”

“Il mondo non può sostenersi senza ingiustizia.”

“Molti hanno il talento di farsi odiare per poco.”

“Fra gli avvilimenti di un giovane d'ingegno, massimo è quello di andare a scuola e di subire gli esami.”

“Dabo tibi dorsum et non faciem! – dicono le monache parlando al diavolo e al frate confessore.”

“Il salute verso chi starnuta, serve se non altro a incomincire una conversazione tra gente sconosciuta.”