Friedrich Nietzsche: Frasi popolari (pagina 7)

“Non di dove venite sia d'ora in poi il vostro onore, bensì dove tendete! La vostra volontà e il vostro piede che vuole portarvi al di là di voi stessi, questo sia il vostro nuovo onore!”

“Essi si vantano di non mentire: ma l'impotenza a mentire è ben lungi dall'amore per la verità. Guardatevi da loro! […] Chi non sa mentire non sa che cos'è la verità”

“Ci vuole più coraggio e forza di carattere per fermarsi o addirittura per volgersi indietro che per andare avanti.”

“La virtù rimane il vizio più costoso: deve rimanere tale!”

“Non è forse la vita cento volte troppo breve per annoiarvisi?”

“Si è stati cattivi spettatori della vita se non si è visto anche la mano che delicatamente – uccide.”

“Il fatto che una teoria sia confutabile, non è il suo fascino più insignificante: proprio per questo essa attrae le intelligenze più acute.”

“Filosofia del parvenu. – Se per una volta si vuol essere una persona, bisogna onorare anche la propria ombra.”

“Mi maledicano pure di cuore, | storcano il naso! | L'impotente cercar di questi occhi | mai troverà la strada fino a me. (da A queste anime incerte)”

“Una volta lo spirito era Dio, poi si fece uomo, e adesso sta diventando plebe.”

“E che? l'uomo è soltanto un errore di Dio? Oppure Dio è soltanto un errore dell'uomo? –”

“Se guarderai a lungo in un abisso, anche l'abisso vorrà guardare dentro di te…”

“Voi avete fatto la strada dal verme all'uomo, e molto c'è ancora in voi del verme. Una volta eravate scimmie, e ancora adesso l'uomo è più scimmia di qualunque scimmia.”

“Nichilismo: manca il fine; manca la risposta al "perché?". Che cosa significa nichilismo? – che i valori supremi perdono ogni valore.”

“Bisogna per forza maledire, là dove non si può amare?”

“Amara è anche la donna più dolce.”

“L'uguaglianza riduce la felicità del singolo, ma apre la strada all'assenza di dolore per tutti. Se giungesse al traguardo, certo, insieme all'assenza di dolore avremmo anche l'assenza di felicità.”

“Un filosofo: un uomo, cioè, che costantemente vive, vede, ascolta, sospetta, spera, sogna cose fuori dell'ordinario; che vien còlto dai suoi stessi pensieri quasi dal di fuori, dall'alto e dal basso, come da quel genere di avvenimenti e di fulmini che è suo proprio; e forse è egli stesso una procella che si avanza gravida di nuovi fulmini; un uomo fatale, intorno al quale c'è sempre un brontolio e un rovinio, qualcosa che si cretta e sinistramente accade. Un filosofo: ahimè, un essere che spesso sfugge a se stesso, spesso ha timore di sé – tuttavia è troppo curioso per non "tornare" sempre di nuovo "a sé"…”

“Ogni giorno mi stupisco: io non mi conosco!”