Vincenzo Scarantino è un criminale italiano, ora collaboratore di giustizia.
Accusatosi di aver partecipato all'attentato contro il giudice Paolo Borsellino in via D'Amelio, Vincenzo Scarantino viene arrestato il 29 settembre 1992. Dopo essere stato recluso nel carcere di massima sicurezza di Pianosa, Scarantino decise di collaborare con gli inquirenti spiegando come venne organizzata la strage in cui morì il giudice Borsellino per cui venne condannato a 18 anni per poi accusare i poliziotti e magistrati, che lo avrebbe spinto a fare quelle accuse.
Quando Scarantino si pentì e si accusò, le opinioni su di lui erano divise: da una parte c'era chi credeva alle sue parole, dall'altra c'era chi esprimeva forti dubbi sulla sua credibilità, sia da parte dei magistrati che da parte degli investigatori, come raccontano Ilda Boccassini e Antonio Ingroia
Recentemente il pentito Gaspare Spatuzza ha confessato di essere stato lui l'autore del furto dell'auto FIAT 126 usata per l'attentato, scagionando Scarantino e dimostrando che era un falso pentito, usato per sviare le indagini sulla morte di Borsellino.
Successivamente Scarantino ha ammesso di non avere preso parte all'attentato di via D'Amelio e di essere stato costretto con le minacce e la tortura a confessare il falso.
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21. Ottobre 1965