“Dopo il Tasso la poesia decadde rapidamente nel gonfio e nel falso, come l'arte dopo Michelangelo, nel deforme e nel'eccletico. Il poema del Marino s'imparenta per molte analogie ai marmi e ai palazzi del Bernino e alle tele del Grimaldi. Dopo di loro e poesia e arti, perduta la magnificenza che serbarono nel decadimento, si stemperarono negli infemminiti melodrammi del Metastasio, nelle smancerie degli arcadi, nei manierati dipinti del Battoni e nelle inanimate prospettive del Canaletto. Dicevole cornice del quadro furono le infangate novelle del Casti.”

Origine: La schiavitù e il pensiero: annotazioni, p. 7-8

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia
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patriota, politico e giornalista italiano 1825–1883

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“La poesia, per un poeta, è il lavoro più remunerativo del mondo. Una buona poesia è un contributo alla realtà. Il mondo non è più lo stesso dopo che una buona poesia gli si è aggiunta.”

Dylan Thomas (1914–1953) poeta, scrittore e drammaturgo gallese

Da Sulla poesia, trasmissione radiofonica alla BBC, il giugno 1946
Articoli e interviste

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“Per quello che mi riguarda, la poesia è iniziata con Dylan e dopo di lui è cominciato il declino.”

da 'Nostri amici da Frolix 8, p. 162 https://books.google.it/books?id=EcNlAwAAQBAJ&pg=PT162

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“Le poesie sono cristalli che sedimentano dopo l'effervescente contatto dello spirito con la realtà.”

Pierre Reverdy (1889–1960) poeta e aforista francese

libro Le Livre de mon bord

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“L'unico atto poetico necessario è la scrittura della poesia, e tutto quello che viene dopo è propaganda.”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense

Sotto un sole di sigarette e cetrioli

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“[Theodore Roethke] Aveva fama d'essere il migliore lettore di poesia in lingua inglese dopo Dylan Thomas…”

Citato in Giancarlo Vigorelli, La terrazza dei pensieri, Immordino Editore, 1967

“La poesia, essenzialmente dopo che il Vivente, Amore infinito, si è fatto creatura, è uno scoprire e stabilire convenienze e richiami e concordanze tra il Cielo e la terra e in noi e tra di noi.”

Clemente Rebora (1885–1957) presbitero e poeta italiano

12 novembre 1950, dalle Lettere, a cura di Margherita Marchione, Edizioni di storia e letteratura

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