“Se ci accorgeremo che i messaggi che gli iracheni ci inviano sono in malafede e servono solo a perdere tempo, riprenderemo a combattere e arriveremo sino a Gerusalemme passando per Bagdad.”
Origine: Citato in Rafsanjani. "Con l'Iraq preferiamo l'accordo" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/07/28/rafsanjani-con-iraq-preferiamo-accordo.html?ref=search, la Repubblica, 7 luglio 1984.
Ali Akbar Hashemi Rafsanjani 9
politico iraniano 1934–2017Citazioni simili

Origine: Dall'intervista di Giorgio Bocca, la Repubblica, 10 agosto 1982; riportata in Repubblica.it http://www.repubblica.it/cronaca/2012/09/03/news/dalla_chiesta_ultima_intervista_bocca-41889663/, 3 settembre 2012.

“A combattere il tempo come si fa, si può battere solo, a tempo di musica.”
da Cuore d'aliante
Viaggiatore sulla coda del tempo
Variante: È vero che il regime iracheno è laico e moderno rispetto a molti altri della regione. A Bagdad non si discute come a Ryad se la terra è quadrata o rotonda. Né si lapidano le adultere. Né sono obbligatorie le preghiere quotidiane dell'Islam. Né esiste la segregazione sociale tra uomini e donne. Né sono soltanto le antiche qualità di un despota orientale che hanno consentito a Saddam Hussein di restare per ventidue anni filati il dittatore dell' Iraq. Sino al 1979 come vice presidente ma in realtà come il vero uomo forte; e da allora come l'indiscusso capo dello stato.

6 luglio 2018
Origine: Intervistato da [Fulvia Degl'Innocenti, http://www.famigliacristiana.it/articolo/ivan-zaytsev-un-campione-duro-in-campo-tenero-con-i-figli.aspx, Ivan Zaytesev: «Io campione duro in campo; tenero con i figli», 6 luglio 2018] , su famigliacristiana.it. URL archiviato il 9 luglio 2018 http://archive.is/rIRXr/.

“Non potete combattere il futuro. Il tempo è dalla nostra parte.”
Senza fonte
“Bisogna combattere per l'eternità con le armi del tempo.”
Origine: Della verità del cristianesimo, p. 148
Variante: Ci fu un tempo, non tanto lontano, in Occidente, in cui il carattere laico e moderno del presidente iracheno era apprezzato, se non proprio esaltato. Il confronto con Khomeini concedeva un notevole vantaggio a Saddam Hussein. Di fronte alla rivoluzione islamica di Teheran, esportatrice di un oscurantismo inquietante, la classica dittatura di Bagdad, senza propositi missionari, sembrava un argine non solo accettabile ma provvidenziale. E' capitato a molti di noi di scrivere o di pensare qualcosa del genere durante la guerra Iran-Iraq. L'Iraq non era proprio una diga democratica, questo no, questo nessuno ha osato dirlo: ma un utile sbarramento laico e moderno, ossia efficiente, sì: un argine, appunto, in grado di contenere un fanatismo come quello iraniano ansioso di ricondurre le società musulmane ai secoli più bui della loro storia, e di aggredire attraverso il terrorismo gli infedeli dell' Occidente europeo e americano. Al contrario degli ayatollah iraniani, i dirigenti del partito Baas iracheno non erano considerati una minaccia alla stabilità del Golfo, vale a dire del mercato del petrolio. Khomeini costruiva moschee, Saddam Hussein scuole e ospedali e caserme. Egli dedicava, è vero, una particolare attenzione a quest' ultime ed anche alle prigioni, come del resto faceva Khomeini, ma, al contrario di Khomeini, era al tempo stesso favorevole all'emancipazione delle donne, alle quali a Bagdad non veniva imposto il ciador. Quando negli acquitrini della Mesopotamia meridionale, dove si incontrano il Tigri e l'Eufrate, furono scoperti nel 1984 migliaia di giovani iraniani uccisi dai gas iracheni, la nostra morale non fu affatto scossa. L' utilità di Saddam Hussein, in quanto diga del fondamentalismo musulmano, placava le nostre coscienze. Soltanto quattro anni dopo, quando i gas furono usati per mattare la città curda di Halabja, ci furono alcune reazioni.