“I suoi versi lasciavano trapelare il nucleo di un paradosso. Forse, per un uomo intelligente, l’unica maniera di affrontare un simile sgomento era vivere in quella contraddizione che, per gli antichi greci, era la madre di tutte le idee. Lorenzo era un lettore insaziabile e scriveva poesie da quando aveva dodici anni, però non aveva mai rinunciato alla politica. Forse non avrebbe potuto farlo neanche se avesse voluto. È possibile che ricavasse un senso di protezione dal fatto di tenere isolate, in compartimenti stagni, le sue due nature, quella di letterato e quella di uomo d’azione. Come chi si raccomanda con una preghiera a Dio e con un’altra al diavolo.” Susana Fortes libro Quattrocento Quattrocento