
“Mi è capitato spesso di finire su un calendario. Ma mai per una data precisa.”
“Mi è capitato spesso di finire su un calendario. Ma mai per una data precisa.”
dall'intervista di Giuseppe Videtti Tiziano Ferro, il secchione del pop, la Repubblica, 20 aprile 2009
J298 – F303, vv. 1-12
Lettere
Variante: Sola, non posso essere – | Schiere – mi fanno visita – | Inafferrabile Compagnia – | che si beffa della Chiave – || non hanno Vesti, né Nomi | niente Calendari – né Luoghi – | ma Dimore diffuse | come gli Gnomi – || il loro Arrivo, può essere annunciato | da intimi Messaggeri – | la loro partenza – no – | perché non partono mai. (J298 – F303
Origine: Questa può essere considerata una poesia-indovinello. Johnson dice che i versi "descrivono esattamente in che modo si sviluppa l'impulso creativo". Emily Dickinson. An Interpretative Biography, Atheneum, New York, 1972, p. 74. [Nota di G. Ierolli in Tutte le poesie. J251 – 300 http://www.emilydickinson.it/j0251-0300.html, EmilyDickinson.]
“Mi sazio di un dizionario vario più dei santi del calendario!”
da La fitta sassaiola dell'ingiuria, n. 9
?!
“I santi sono individui che hanno fatto di tutto pur di finire sui calendari.”
“Il calendario | ha giorni di pietra | e le ore | sono la forgia | di nuove urla.”
Destino, p. 194
Il sogno e l'avventura
4 novembre 2005
Che tempo che fa