Giuseppe Gioachino Belli: Sonetto

Giuseppe Gioachino Belli era poeta italiano. Esplorare le virgolette interessanti su sonetto.
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“Io nun vojjo ppiù gguai: me chiamo ggesso | cor una mano scrivo e un'altra scasso.”

da Antri tempi, antre cure, antri penzieri, sonetto 438 del 10 novembre 1832
Sonetti romaneschi

“Panza piena nun crede ar diggiuno. (I: da La madre poverella, sonetto 914 del 18 febbraio 1833)”

II: titolo del sonetto 673 del 27 dicembre 1832
Sonetti romaneschi

“Insomma, dalla predica di ieri, | gira che ti rigira, in conclusione, | abbiamo appreso che sono misteri.”

da Er frutto de la predica, sonetto numero 1358, 29 novembre 1834
Sonetti romaneschi

“Tristo chi se presenta a li cristiani | Scarso e cencioso. Inzino pe' le scale | Lo vanno a mozzica' puro li cani.”

da Er merito, in I Sonetti Romaneschi pubbl. dal nipote Giacomo, a cura di L. Morandi, Città di Castello, 1887, vol. V, p. 13
Sonetti romaneschi, Senza numero