Frasi su Dio
Una raccolta di frasi e citazioni sul tema dio.
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„Se io nego l'esistenza della sfera trascendentale, allora tutto si esaurisce nell'immanente e la componente più rigorosa della logica, quindi la struttura matematica, dovrebbe dimostrare il teorema della negazione di Dio [... ]. Perché la scienza non potrà mai scoprire Dio? Perché, se la scienza scoprisse Dio, Dio sarebbe la più grande scoperta di tutti i tempi, ma non sarebbe Dio, perché Dio è tutto; la scienza può scoprire solamente i componenti fondamentali della realtà immanentistica. […] Siccome la scienza scopre che esiste una logica rigorosa che regge il mondo dalle sue strutture più piccole, come la struttura del protone […], ai confini del cosmo, se c'è una logica rigorosa, è legittimo chiedersi: "Ci sarà un autore di questa logica?".“
— Antonino Zichichi fisico e divulgatore scientifico italiano 1929
„Mio Dio, se voi siete ovunque, com'è possibile che io sia tanto spesso altrove?“
— Madeleine Delbrêl mistica francese 1904 - 1964
libro La gioia di credere

„Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità.“
— Gesù fondatore del Cristianesimo -2 - 30 a.C.
4, 24

„Il mio nervoso non c'entra con il caffé | e il pessimismo qui germoglia insieme all'odio che già c'è.“
— Fabri Fibra rapper, produttore discografico e scrittore italiano 1976
da Momenti No, n.° 6

„Non è possibile il minimo dubbio riguardo a quanto è detto giustamente della vita eterna nell'Apocalisse di Giovanni: "Non vi sarà più notte; non hanno più bisogno né della luce della lampada, né di quella del sole, perché il Signore Iddio splenderà su di loro“
— Pavel Aleksandrovič Florenskij filosofo, matematico e religioso russo 1882 - 1937
22,5). Questo non si può intendere se non della luce vera sensibile con la quale saranno illuminati gli occhi dei beati.

„Mani in alto! In nome della legge! | Di quale legge del lupo o del gregge? | Non sparare! In nome di Dio! | Di quale Dio del tuo o del mio?“
— Jovanotti cantautore, rapper e disc jockey italiano 1966
da Mani in alto

„I Beatles sono dei messia. Sono gli avatar (le incarnazioni divine, gli agenti di Dio) più saggi e potenti che il genere umano abbia mai prodotto [... ]. Prototipi di una nuova razza di uomini liberi e gioiosi. Agenti dell'evoluzione inviati da Dio, dotati di misteriosi poteri e in grado di dar vita a una nuova specie di esseri umani.“
— Timothy Leary scrittore e psicologo statunitense 1920 - 1996
da Thank God For The Beatles, 1968

„Ehm, sei sicuro di volermi raccontare tutte queste cose?
Perché, quali cose?
Dei tuoi genitori, la paranoia...
Be', cos'è che ti sto raccontando, in fondo? Non ti sto dando proprio niente. Ti sto dando cose che Dio sa, che chiunque sa. I miei genitori sono famosi nella loro morte. E questo sarà il mio monumento costruito alla loro memoria. Io do a te tutte queste cose, ti racconto delle gambe di mio padre e delle parrucche di mia madre – più avanti in questo capitolo – e ti racconto i miei dubbi sull'opportunità o meno di fare sesso davanti all'armadio a specchi dei miei genitori la notte del funerale di mio padre, ma dopo tutto, cosa ti ho mai dato di così prezioso? Potresti pensare di sapere qualcosa di me, a quel punto, ma invece non sai ancora nulla. Io racconto, e un secondo dopo è tutto sparito. Non mi interessa – e come potrebbe? Ti racconto con quante ragazze sono andato a letto (trentadue), o di come i miei genitori hanno lasciato questo mondo, e alla fin fine che cosa ti ho dato? Niente. Posso dirti i nomi dei miei amici, i loro numeri di telefono...
Marny Requa: 415-431-2435
K. C. Fuller: 415-922-7893
Kirsten Stewart: 415-614-1976
Ma cos'è che hai in mano? Nulla. Tutti mi hanno dato il permesso di farlo. E perché? Perché tu non hai nulla, al massimo qualche numero di telefono. Può sembrare qualcosa di prezioso al massimo per uno o due secondi. Tu puoi avere solo quello che io posso permettermi di dare. E tu sei il mendicante che implora una qualsiasi cosa, mentre io sono il passante frettoloso che butta un quarto di dollaro nel bicchiere di carta che protendi verso di me. Questo è quanto ti posso dare. E non mi annienta. Ti do virtualmente tutto quello che possiedo. Ti do le cose migliori di me, anche se si tratta di cose che amo, ricordi di cui faccio tesoro, belli o brutti che siano, come le foto della mia famiglia appese al muro, posso mostrartele senza che esse per questo ne vengano sminuite. Posso permettermi di darti anche tutto quanto. Trasaliamo di fronti agli sciagurati che nei programmi pomeridiani rivelano i loro orrendi segreti di fronte a milioni di telespettatori, eppure... che cosa abbiamo tolto loro, e loro che cosa ci hanno dato? Niente. Sappiamo che Janine ha scopato con il fidanzato di sua figlia, ma... e allora? Moriremo un giorno e avremo protetto... che cosa? Avremo protetto dal mondo il fatto che facciamo questo o quello, che muoviamo le braccia in questo o quest'altro modo, e che la nostra bocca ha prodotto questi e questi altri suoni? Ma per favore. Ci sembra che rivelare cose imbarazzanti o private, tipo, che ne so, le nostre abitudini masturbatorie (quanto a me, circa una volta al giorno, perlopiù sotto la doccia), significhi – proprio come per i primitivi che temono che la macchina fotografica gli possa portare via l'anima – che abbiamo dato a qualcuno una cosa che noi identifichiamo come i nostri segreti, il nostro passato e le sue zone oscure, la nostra identità, nella convinzione che rivelare le nostre abitudini o le nostre perdite o le nostre imprese in qualche modo ci deprivi di qualcosa. Ma in realtà è proprio il contrario, di più è di più è di più, più si sanguina più si dà. Queste cose, i dettagli, le storie e quant'altro, sono come la pelle di cui i serpenti si spogliano, lasciandola a chiunque da guardare. Che cosa gliene frega al serpente di dov'è la sua pelle, di chi la vede? La lascia lì dove ha fatto la muta. Ore, giorni o mesi dopo, noi troviamo la pelle e scopriamo qualcosa del serpente, quant'era grosso, quanto era lungo approssimativamente, ma ben poco altro. Sappiamo dove si trova il serpente adesso? A cosa sta pensando? No. Per quel che ne sappiamo adesso il serpente potrebbe girare in pelliccia, potrebbe vendere matite a Hanoi. Quella pelle non è più la sua, la indossava perché ci era cresciuto dentro, ma poi si è seccata e gli si è staccata di dosso, e lui e chiunque altro adesso possono vederla.“
— Dave Eggers scrittore, editore e saggista statunitense 1970

„Mio Dio dammi il coraggio adesso, in questo momento, di perseverare nel seguire la tua chiamata.“
— Madre Teresa di Calcutta religiosa e beata albanese 1910 - 1997

„Iddio pena, attraverso lo spessore infinito del tempo e della specie, per raggiungere l'anima e sedurla. Se essa si lascia strappare, anche solo per un attimo, un consenso puro e intero, allora Iddio la conquista. E quando sia divenuta cosa interamente sua, l'abbandona. La lascia totalmente sola. Ed essa a sua volta, ma a tentoni, deve attraversare lo spessore infinito del tempo e dello spazio alla ricerca di colui ch'essa ama. Così l'anima rifà in senso inverso il viaggio che Iddio ha fatto verso di lei. E ciò è la croce.“
— Simone Weil scrittore, filosofo 1909 - 1943
p. 98

„Sei mai stato innamorato?»
«L'amore è per la gente vera».
«Tu sembri vero».
«La gente vera non mi piace».
«Non ti piace?»
«La odio.“
— Charles Bukowski poeta e scrittore statunitense 1920 - 1994