Frasi sul gioco
Una raccolta di frasi e citazioni sul tema gioco.
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„[Nel 2012] Credo di attraversare la fase migliore della mia carriera. Gioco in uno dei più grandi club della storia del calcio che la scorsa stagione ha vinto il titolo senza perdere nessuna partita. La forza in più viene dai tifosi che sono sempre molto vicini. […] io sto bene alla Juve e se dovessi restarci per tutta la carriera sarei felice.“
— Arturo Vidal calciatore cileno 1987
fonte 1

„Ma se so già che è un errore, perché lo dovrei fare?" "L'errore in sé conta poco, conta come diventiamo dopo quell'errore, come incide su di noi, come ci rende. Magari ti migliora. Chi può dirlo? dai Elena, per una volta nella vita fai una cosa anche se non ha senso!" "A cosa può servire una cosa che so già che non ha senso?" "Non è che nella vita si fanno le cose solo se servono a qualcosa. È un gioco… ma tu quando giocavi da bambina avevi bisogno di sapere a cosa serviva?“
— Fabio Volo attore, scrittore e conduttore radiofonico italiano 1972

„E se vale la pena rischiare io mi gioco anche l'ultimo frammento di cuore.“
— Che Guevara rivoluzionario, guerrigliero, scrittore e medico argentino 1928 - 1967
Variante: E sa vale la pena rischiare, io mi gioco anche l'ultimo frammento di cuore.

„Non mi fido dell'amore perché | è un brutto gioco che | inizia con un "ciao" e finisce nello stesso modo.“
— Emis Killa rapper italiano 1989
da Era meglio ieri, 2009
Non incluse negli album

„Il gioco è il lavoro del bambino.“
— Maria Montessori pedagogista, filosofa e medico italiana 1870 - 1952

„Non posso abbassare lo sguardo su questo pavimento che i suoi lineamenti sono delineati nella pietra. In ogni nuvola, in ogni albero, nell'aria della notte e nell'aspetto di ogni oggetto durante il giorno, io sono circondato dalla sua immagine! I più comuni visi di donna o uomo, i miei stessi lineamenti, si fanno gioco di me con il loro ricordarla. Il mondo intero è per me una terribile collezione di cimeli che mi ricordano che lei è esistita e che io l'ho persa!“
— Emily Brontë, libro Cime tempestose
cap. XXXIII
Cime tempestose, Heathcliff

„[In risposta al senatore Carlo Giovanardi sulla morte di Stefano Cucchi] Il potere dichiara che il giovane arrestato di nome Gesù figlio di Giuseppe è morto perché aveva le mani bucate e i piedi pure, considerato che faceva il falegname e maneggiando chiodi si procurava spesso degli incidenti sul lavoro. Perché parlava in pubblico e per vizio si dissetava con l'aceto, perché perdeva al gioco e i suoi vestiti finivano divisi tra i vincenti a fine di partita. I colpi riportati sopra il corpo non dipendono da flagellazioni, ma da caduta riportata mentre saliva il monte Golgota appesantito da attrezzatura non idonea e la ferita al petto non proviene da lancia in dotazione alla gendarmeria, ma da tentativo di suicidio, che infine il detenuto è deceduto perché ostinatamente aveva smesso di respirare malgrado l'ambiente ben ventilato. Più morte naturale di così toccherà solo a tal Stefano Cucchi quasi coetaneo del su menzionato.“
— Erri De Luca scrittore, traduttore e poeta italiano 1950
Origine: Citato in Erri de Luca risponde a Giovanardi sulla morte di Stefano Cucchi http://baruda.net/2009/11/10/erri-de-luca-risponde-a-giovanardi/, baruda.net, 10 novembre 2009.

„L'ho visto volare leggero come un angelo, quando aveva la faccia da putto. L'ho visto inventare un tiro che è diventato solo il suo e lanciarsi tra i grandi ancora ragazzo. L'ho visto segnare con la sua squadra soprattutto nelle partite che contavano, negli scontri diretti, nelle finali in giro per il mondo.
L'ho visto arrabbiarsi e digrignare i denti se c'era un principio da difendere e chinare la testa se il suo bene non era quello dei compagni. L'ho visto lottare contro gli egoismi, anche contro i suoi, perché crescendo ha capito cosa voglia dire il gruppo. L'ho visto parlare di valori e comportarsi di conseguenza.
L'ho visto inciampare e poi cadere. L'ho seguito mentre si rialzava a fatica. L'ho visto lottare contro allenatori e mal di pancia nervosi. L'ho visto amare la maglia azzurra e non riuscire a farlo capire. Poi l'ho visto portarci a Berlino.
L'ho visto capire che le cose cambiano, modificare il gioco, segnare 11 gol di seguito su rigore se il rigore poteva essere il massimo da dare alla squadra in quel momento. L'ho visto adattarsi dove non voleva, sacrificarsi facendolo ricordare. L'ho visto umile e l'ho visto presuntuoso. L'ho visto soffrire quando ha sbagliato. L'ho visto uscire in smoking bianco, immacolato, da una discarica.
Non l'ho visto mollare, mai. Non ho mai letto di lui sui giornali degli scandali. Ieri sera l'ho guardato mentre si sedeva in panchina, con il broncio di chi vuole giocare. L'ho visto applaudire i compagni per i gol che segnavano, esultare per la squadra. L'ho visto entrare in campo senza riscaldamento, lui che non è più un ragazzino. L'ho visto strillare al ragazzo che parlava troppo, perché ci vuole rispetto. L'ho visto segnare una punizione da artista e un rigore da ragioniere. Sono contento di aver visto Alex Del Piero fare tutte queste cose. Alex Del Piero è un bell'esempio per i miei figli.“
— Fabio Caressa giornalista e conduttore televisivo italiano 1967
Origine: Da Skylife, 26 novembre 2007.

„L'architettura è il gioco sapiente, corretto e magnifico dei volumi raggruppati sotto la luce. I nostri occhi sono fatti per vedere le forme nella luce: l'ombra e la luce rivelano queste forme; i cubi, i coni, le sfere, i cilindri e le piramidi sono le grandi forme primarie… La loro immagine ci appare netta… E senza ambiguità.“
— Le Corbusier architetto, urbanista, pittore e designer svizzero naturalizzato francese 1887 - 1965
Origine: Citato in Christian Norberg-Schulz, Genius Loci, Electa, p. 77. ISBN 88-435-4263-X

„[Alla domanda: «Tutti conosciamo la passione che metti in campo, ma chi ti conosce dice che fuori dal campo sei una persona molto tranquilla. Chi è il vero Hewitt?»] Sono due persone diverse. Quello che vedete sul campo per me è naturale, io metto l'anima quando gioco. Ho sempre urlato "C'mon" per caricarmi. Quando non gioco sono molto più calmo, passo gran parte del tempo col mio team, la famiglia e le persone di cui mi fido.“
— Lleyton Hewitt tennista australiano 1981

„Che grandioso e terribile spettacolo," disse. "Certo, vedendo tutto ciò anche a un laico quale sono io viene da pensare alla regia di una mente giusta e superiore."
In quel momento, proprio nel nuvolone sovrastante Memorino, due sottonuvole rissose, spintonandosi, crearono quella situazione di malessere elettrico che spesso prelude a improvvisi fenomeni quali saette o fulmini ramificati.
Contemporaneamente in una modesta casa della periferia di Banessa, la signora Ovolina, donna di generosità e mitezza senza eguali, era riuscita dopo anni di vani tentativi a prendere la linea per partecipare al gioco televisivo Indovina il sorriso che consisteva nell'indovinare a quale personaggio famoso appartenesse l'impronta dentaria telemostrata. L'Ovolina sapeva la risposta e stava per vincere il primo premio della sua vita, nella fattispecie una cucina da otto milioni con forno autopulente e spiedo a cinque marce.
"Allora, signora Ovolina, sa dirci a chi appartiene questo sorriso?" disse il presentatore Mazzapone.
"Sì, il sorriso è quello di Mussola…"
In quell'istante un fulmine, nato nelle condizioni dinanzi scritte, segnò il grigio del cielo con un graffio rosso corallo e dopo aver un istante esitato sul'obiettivo da colpire, scelse una casina rosa con gerani alle finestre e una piccola antenna televisiva, scivolò giù per l'antenna, traforò la televisione e incenerì la signora Ovolina, lasciando sul tappeto solo tre etti di scorie.
"Mi dispiace, ma lei doveva dirci il nome completo," disse Mazzapone, e passò a un altro concorrente, un pluriomicida agli arresti domiciliari che vinse la cucina.
Questa manifestazione di una mente giusta e superiore non venne però avvertita dai nostri eroi, che dall'altro della montagna accompagnarono il fulmine con un "oooh" di stupore e ammirazione.“
— Stefano Benni scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano 1947