Frasi sui morti
Una raccolta di frasi e citazioni sul tema morto.
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„Dentro sento tanto di quel male da sputare, ho l'odio in corpo, manco morto mi farei fregare.“
— Noyz Narcos rapper, beatmaker e writer italiano 1979
da Merda Music
Verano Zombie

„L'aspetto più terrificante di tutta l'esperienza era che non riusciva più a ritrarsi come prima, a chiuder fuori il mondo e diventare sorda, cieca, per immergersi in qualche fantasia forzata, come aveva fatto da ragazza, per rimpiazzare la realtà. Era ossessionata dalle preoccupazioni per la sicurezza di lui, dall'ansia per la vita pericolosa che conduceva; si accorse che l'aveva penetrata non solo nel corpo, ma nel suo stesso essere. Ogni volta che ripensava alla sua pelle, ai suoi capelli che il sole aveva striato di riflessi dorati, ai suoi fermi occhi verdi, che si socchiudevano solo nel momento in cui si piegava su di lei per prenderle la bocca tra le labbra forti, la sua carne fremeva, ancora sensibile al ricordo, ed era una tortura. Dopo ore di dolore così vivo e forte da farle temere che l'avrebbero sconvolta per sempre, cadde in uno strano stato letargico, di dormiveglia. Era come se qualcosa si fosse spezzato dentro di lei. Cessò di sentire dolore e piacere. Era diventata insensibile. Il viaggio divenne irreale. Il suo corpo era morto di nuovo.“
— Anaïs Nin, libro Il delta di Venere
Origine: Il delta di Venere, Elena, p. 111; 2012

„Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire partecipare. Chi vive veramente non può non essere cittadino partecipe. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Io partecipo, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, partecipo. Perciò odio chi non partecipa, odio gli indifferenti.“
— Antonio Gramsci politico, filosofo e giornalista italiano 1891 - 1937

„Dove sono cavallo e cavaliere? Dov'è il corno dal suono violento?
Dove sono l'elmo e lo scudiere, e la fulgida capigliatura al vento?
Dov'è la mano sull'arpa, e il rosso fuoco ardente?
Dov'è primavera e la messe, ed il biondo grano crescente?
Son passati come pioggia sulla montagna, come raffiche di vento in campagna;
I giorni scompaiono ad ovest, dietro i colli che un mare d'ombra bagna.
Chi riunirà il fumo del legno morto incandescente?
Chi tornerà dal Mare e potrà mirare il tempo lungo e fuggente?“
— John Ronald Reuel Tolkien, Il Signore degli Anelli
Variante: "Dove sono cavallo e cavaliere? Dov'è il corno dal suono violento? Dove sono l'elmo e lo scudiere, e la fulgida capigliatura al vento? Dov'è la mano sull'arpa, e il rosso fuoco ardente? Dov'è primavera e la messe, ed il biondo grano crescente? Son passati come pioggia sulla montagna, come raffiche di vento in campagna; I giorni scompaiono ad ovest, dietro i colli che un mare d'ombra bagna. Chi riunirà il fumo del legno morto incandescente? Chi tornerà dal Mare e potrà mirare il tempo lungo e fuggente?"
Origine: Il Signore degli Anelli, Le due torri, p. 619, Rusconi

„Hitler non è morto. Hitler è in ogni uomo che discrimina un uomo gay, uno di colore o uno di un'altra religione.“
— Eminem rapper, attore e produttore discografico statunitense 1972
8 Mile

„Mi sveglio e vado al lavoro con l'umore storto | tanto che il primo stronzo che incontro lo vorrei morto, | faccio benzina e già 'sto scemo guarda male, | cazzo vuoi c'hai un lavoro di merda? Ed io uguale!“
— Fabri Fibra rapper, produttore discografico e scrittore italiano 1976
da Rap in vena, n. 8
Mr Simpatia

„Ed ecco, ora, dopo essermi aggirato per due anni, come un'ombra, in quella illusione di vita oltre la morte, mi vedevo costretto, forzato, trascinato peri capelli a eseguire su me la loro condanna. Mi avevano ucciso davvero! Ed esse, esse sole si erano liberate di me… […] Ma sì! ma sì! Io non dovevo uccider me, un morto, io dovevo uccidere quella folle, assurda finzione che m'aveva torturato, straziato due anni, quell'Adriano Meis, condannato a essere un vile, un bugiardo, un miserabile; quell'Adriano Meis dovevo uccidere, che essendo, com'era, un nome falso, avrebbe dovuto aver pure di stoppa il cervello, di cartapesta il cuore, di gomma le vene, nelle quali un po' d'acqua tinta avrebbe dovuto scorrere, invece di sangue: allora sì! Via, dunque, giù, giù, tristo fantoccio odioso! Annegato, lí, come Mattia Pascal! Una volta per uno!“
— Luigi Pirandello, libro Il fu Mattia Pascal
cap. XVI; 1973, p. 546
Il fu Mattia Pascal
„Polvere bianca | polvere bianca | ti odio! | Sei dolce e sei amara | come una donna | sei pura e sei buio. | Giovani odiatela | la polvere bianca | sì! vi fa volare | per poi farvi | ritornare nel buio più cupo. | Vola per l'aria | limiti di un'anima | fatta a pezzi | si tocca il fondo | i fatti diventano voragini buie… | e poi di colpo | i dolori si placano | e il cielo è un'esplosione di luce | poi più nulla. | L'indomani | solo un trafiletto sui giornali | ennesimo giovane morto: per droga. | Polvere bianca | ti odio.“
— Raffaele Cutolo criminale italiano 1941
Origine: Da una poesia sulla cocaina; citato in Cutolo scrive poesie contro la droga http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/08/25/cutolo-scrive-poesie-contro-la-droga.html, la Repubblica, 25 agosto 1984.

„[Raccontando di quando attraversò un campo di battaglia dal quale non erano stati ancora portati via i morti] Ad un tratto un cane sbuca di sotto il mantello di un cadavere, si slancia verso di noi, e ritorna subito nel suo nascondiglio emettendo dolorosi guaiti. La bestiola leccava, convulsamente la faccia del morto, e si dirigeva poi di nuovo verso di noi come per implorare soccorso, o per chiedere vendetta. Fosse lo stato d'animo, o il luogo o il tempo o il fatto stesso, o altro che non so spiegare, certo è che mai nulla, in nessun altro campo di battaglia, mi ha tanto commosso. Mi fermai un momento per apprezzare quella scena. Quest'uomo, mi dicevo, forse ha degli amici, ne ha forse in questo campo, nella sua compagnia, e giace qui, abbandonato da tutti meno che dal suo cane! Che lezione ci dà la natura tramite un animale!…
Che cosa è mai l'uomo e quale è il mistero delle sue impressioni! Avevo, senza commuovermi, ordinato battaglie che dovevano decidere della sorte dell'esercito, avevo veduto, con occhio distaccato, eseguire movimenti che portavano alla perdita di molti tra noi e ora mi sentivo toccato nel profondo dai gemiti e dal dolore di un cane… Quello che è certo è che in quel momento sarei stato più arrendevole verso un nemico supplichevole: capii meglio il gesto di Achille che restituisce il corpo di Ettore al pianto di Priamo.“
— Napoleone Bonaparte, libro Il Memoriale di Sant'Elena
Origine: Citato in Las Cases, p. 203 https://books.google.it/books?id=bbtZAQAAQBAJ&pg=PT203.

„Gli insegnanti che non abbiamo dimenticato e di cui ricordiamo bene i nomi, i volti, il timbro della voce, la figura, coi quali abbiamo una relazione di debito e di riconoscenza, sono quelli che ci hanno insegnato innanzitutto che non si può sapere senza amore per il sapere, che il sapere raggiunto senza desiderio è sapere morto, sapere separato dalla verità, sapere falso.“
— Massimo Recalcati psicoanalista italiano 1959
Origine: L'ora di lezione, p. 104
„Gli allestimenti museali sono un riassunto e uno specchio drammatico dell'epoca in cui viviamo. I vetri antiproiettile, l'illuminazione da stadio o catacombale, i colori sordi e luccicanti dei muri, il gigantismo insensato, le ricostruzioni senz'anima. Via la polvere, via la patina, via l'ombra, via la carne di cui siamo fatti. Tutto è asettico. Cancellando la mortalità della vita, il luogo diventa eternamente morto.“
— Roberto Peregalli 1961
I luoghi e la polvere
„Se solo potessimo cadere, | come i fiori di ciliegio in primavera, | così puri, così luminosi…
Questo l'haiku composto da un pilota giapponese dell'Unità Sette Vite, caduto in combattimento nel febbraio del 1945, all'età di ventidue anni. Morto per per difendere l'Ideale.
Il nostro mondo violento e feroce, sempre più violento e feroce, sprezza poeti e Lancillotti, o al massimo applica loro un'etichetta con il prezzo ed un codice a barre: basta che rendano.
Veneriamo il denaro ed il successo ed i nostri eroi son gli uomini che hanno fatto trionfare queste cause. Cause-sintomo di un male profondo che distrugge gli universi.“
— Piero Ferraris scrittore, attore e umorista italiano 1954
dalla prefazione a Io Stella e la Luna per traverso

„Non sapevo in quel momento che era la fine di tante cose. Quando guardo indietro, adesso, da questo alto monte della mia vecchiaia, ancora vedo le donne e i bambini massacrati, ammucchiati e sparsi lungo quel burrone a zig-zag, chiaramente come li vidi coi miei occhi da giovane. E posso vedere che con loro morì un'altra cosa, lassù, sulla neve insanguinata, e rimase sepolta sotto la tormenta. Lassù morì il sogno di un popolo. Era un bel sogno… il cerchio della nazione è rotto e i suoi frammenti sono sparsi. Il cerchio non ha più centro, e l'albero sacro è morto.“
— Alce Nero religioso nativo americano 1863 - 1950

„L'infelicità rende Dio assente agli occhi degli uomini per un certo tempo, più assente di un morto, più assente della luce in una prigione oscura. Una specie di orrore sommerge tutta l'anima. Durante questa assenza non trova nulla che possa amare. E se in queste tenebre, in cui non vi è nulla da amare, l'anima smette di amare, l'assenza di Dio diventa definitiva: è terribile solo a pensarci.“
— Simone Weil, libro L'amore di Dio
L'amore di Dio

„Il cielo stellato è piatto, senza vita né profondità. Non è più ordine, vibrazione, la nota unica che sottende il concerto universale. Forse il cielo è morto. Ma se è morto, non l'ha ucciso la guerra. Lo uccide questa società edonistica che - per bruciare la vita nel consumo del presente - occulta i conflitti, li contrabbanda come evento pulito.
Un sistema che cancella meticolosamente i segni della morte non può sopportare ciò che dura e rammenta l'eterno, universo incluso. Così, privati dell'orizzonte, ci ritroviamo a cercare le nostre luci primordiali senza più avere l'alfabeto per leggerle, a cercare stelle di plastica e soli da supermercato, frugando alla rinfusa sotto le voci superstizione, creme abbronzanti, oroscopo, estasi mistica, canzonette, esoterismo. A viaggiare nel delirio cosmico, tra svastiche e soli alpini, guru, orge equinoziali e ossessioni suicide di gruppo.
La regolarità degli astri, che ha orientato gli uomini per millenni, non mi rassicura più. Il cielo è diventato patrimonio di pochi. Ai berberi e ai tuareg le stelle sono ancora essenziali per navigare nel grande mare di sabbia chiamato Sahara. In un libro sull'Afghanistan di Niccolò Rinaldi, un piccolo profugo di guerra così racconta la fuga della sua gente verso il Pakistan attraverso il Passo Kyber: "Quando la luna e le stelle scomparvero dietro le montagne ci dicemmo: chissà magari non torneranno. Invece la notte successiva rieccole di nuovo sopra la nostra testa; eppure eravamo in un posto diverso e lontano. Allora non abbiamo più avuto paura di scappare.“
— Paolo Rumiz giornalista e scrittore italiano 1947