Frasi da libroIl fu Mattia Pascal

Il fu Mattia Pascal è un celebre romanzo di Luigi Pirandello che apparve dapprima a puntate sulla rivista Nuova Antologia nel 1904 e che fu pubblicato in volume nello stesso anno. Fu il primo grande successo di Pirandello, scritto nelle notti di veglia alla moglie, Maria Antonietta Portulano, paralizzata alle gambe.

— Luigi Pirandello, libro Il fu Mattia Pascal
Il fu Mattia Pascal
Il fu Mattia Pascal
Variante: Le anime hanno un loro particolar modo d'intendersi, d'entrare in intimità, fino a darsi del tu, mentre le nostre persone sono tuttavia impacciate nel commercio delle parole comuni, nella schiavitù delle esigenze sociali. Han bisogni lor proprii e le loro proprie aspirazioni le anime, di cui il corpo non si dà per inteso, quando veda l'impossibilità di soddisfarli e di tradurle in atto. E ogni qualvolta due che comunichino fra loro così, con le anime soltanto, si trovano soli in qualche luogo, provano un turbamento angoscioso e quasi una repulsione violenta d'ogni minimo contatto materiale, una sofferenza che li allontana, e che cessa subito, non appena un terzo intervenga. Allora, passata l'angoscia, le due anime sollevate si ricercano e tornano a sorridersi da lontano.

„Folle! Come mi ero illuso che potesse vivere un tronco reciso dalle sue radici?“
— Luigi Pirandello, libro Il fu Mattia Pascal
XVII; 1993, p. 219
Il fu Mattia Pascal

„Il male della scienza, guardi, signor Meis, è tutto qui: che vuole occuparsi della vita soltanto.“
— Luigi Pirandello, libro Il fu Mattia Pascal
cap. X; 1973, p. 443
Il fu Mattia Pascal

„Amicizia vuol dire confidenza […].“
— Luigi Pirandello, libro Il fu Mattia Pascal
IX; 1993, p. 123
Il fu Mattia Pascal

„dello Sperone ch’era il miglior vigneto della nostra contrada“
— Luigi Pirandello, libro Il fu Mattia Pascal
Il fu Mattia Pascal

— Luigi Pirandello, libro Il fu Mattia Pascal
1993, p. 244
Il fu Mattia Pascal, Appendice: Avvertenza sugli scrupoli della fantasia