“"La superba", "la città dai bei palazzi", sono da secoli gli appellativi di Genova. Certo essa è piena di palazzi, e questi dentro sono sontuosi ma esternamente molto malandati e senza pretese di grandiosità architettonica. "Genova la superba" sarebbe un titolo indovinato se si riferisse alle donne.Di palazzi ne abbiamo visitati parecchi: immense moli dagli spessi muri, con grandi scalinate di pietra, pavimenti tassellati di marmo (talvolta lavori a mosaico, di disegno complicato, ornati di cristalli di rocca o di piccoli frammenti di marmo fissati col cemento) e grandiosi saloni con alle pareti dipinti di Rubens, Guido Reni, Tiziano, Paolo Veronese, ecc., e ritratti dei capostipiti della famiglia in elmi piumati e splendide armature, e di patrizie in stupefacenti vestiti di secoli fa.” Mark Twain (1835–1910) scrittore, umorista, aforista e docente statunitense Origine: Gli innocenti all'estero, p. 139
“… mi trovo ora in una bella città, una vera bella città: Genova. Si cammina sul marmo, tutto è marmo: scale, balconi, palazzi. I suoi palazzi si susseguono fitti; passando per le vie, si scorgono grandi soffitti patrizi tutti dipinti e dorati.” Gustave Flaubert (1821–1880) scrittore francese da Lettere, pag. 15
“GenovaSotto la torre orientale, ne le terrazze verdi ne la lavagna cinerea | Dilaga la piazza al mare che addensa le navi inesausto | Ride l'arcano palazzo rosso dal portico grande: Come le cataratte del Niagara | Canta, ride, svaria ferrea la sinfonia feconda urgente al mare: | Genova canta il tuo canto!” Dino Campana (1885–1932) poeta italiano Origine: Canti orfici e altri scritti, p. 64
“[Su Genova] L'ho sempre vista come un punto d'arrivo, un posto magico dove si fa calcio con entusiasmo. Eppure è stata un sorpresa. Piacevole. È una città con delle qualità nascoste. Laggiù, davanti al Porto Antico, ci sono palazzi stupendi, dove, però, abitano persone con risorse economiche limitate. Penso che a Milano o a Roma non sarebbe possibile.” Serse Cosmi (1958) allenatore di calcio e ex calciatore italiano
“[Su Genova] Duro, rudo paese, ligure più di quanto non sia italiano. Il dialetto, così differente dall'italiano, è per più di metà provenzale. Nessuna inclinazione per le arti del disegno. I loro freddi palazzi di marmo non sono rianimati dalle pitture nazionali. Ho visto solo quadri fiamminghi. I ricchi nobili, cortigiani della Spagna, ne hanno seguito la moda, tralasciando Raffaello per Rubens, Tiziano per Van Dyck.” Jules Michelet (1798–1874) storico francese p. 43
“Se Padova è la città dei portici e delle arcate allora non saprei come definire Bologna: Solo che qui ogni arcata è alta quanto da noi una casa di due piani, al centro un portale conduce a un atrio cinto di colonne, nel quale potrebbe starci una rispettabile stazione, e l'atrio con un altro portale si apre sul cortile. È un'assoluta follia di colonne e di archi; tutti i casamenti sono propriamente palazzi con colonnati; tutte le strade, quasi tutta la città, sono di soli palazzi, e dove sono i quartieri più poveri si trovano sempre e solo arcate sulla strada e sul cortile, logge, portici, tutto in un pesante stile rinascimentale. È una città sfarzosa e un po' fredda; la sua gloria non è nell'arte, bensì nella scienza e nel denaro.” Karel Čapek (1890–1938) giornalista, scrittore e drammaturgo ceco da Firenze, pp. 40-41 Fogli italiani
“Sono partito dal niente, io e la mia gente, lo facevo quando il rap era differente: si parlava di conoscere lo stile, e nei video non sempre vedevi tutte 'ste fighe.” Bassi Maestro (1973) rapper, disc jockey e beatmaker italiano da B.Y.H. Hate
“Nonostante siano perlopiù in decadenza, i palazzi degli antichi dominatori di Genova, i nobili, sono ancora molto belli e pomposamente adorni. Quasi tutti sorgono sulle due strade più larghe, dette Strada Nuova e Balbi.” Heinrich Heine (1797–1856) poeta tedesco 1960; p. 359 Impressioni di viaggio
“A Genova si prova quello che si prova a Firenze e ancora di più a Venezia, l'impressione di una città molto aristocratica caduta in potere del volgo.Qui nacque il pensiero dei rudi signori che si battevano o commerciavano sui mari e che poi, col denaro delle loro conquiste o del commercio, costruivano gli straordinari palazzi di marmo, che ancora oggi fiancheggiano le strade principali.Quando si entra in queste magnifiche residenze signorili, che i discendenti dei grandi cittadini della più fiera delle repubbliche hanno dipinto di colori chiassosi, quando se ne paragona lo stile, i cortili, i giardini, i portici, le gallerie, le superbe decorazioni con l'opulenta barbarie delle belle dimore della Parigi moderna, appartenenti a milionari capaci di incassare soldi ma non di concepire e realizzare una cosa nuova e bella, si comprende che nella nostra società democratizzata, composta da ricchi finanzieri senza gusto e da parvenu privi di tradizioni la distinzione data dall'intelligenza, il senso della bellezza delle forme, quello della perfezione nelle proporzioni e nelle linee sono scomparsi.” Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese Origine: La vita errante, pp. 43-44
“Ho visto i campi di battaglia di Marengo, di Novi, di Vercelli, ma ero in una disposizione così penosa che tutto questo mi ha ben poco toccato. Pensavo sempre a quei soffitti dei palazzi di Genova sotto i quali si fotteva con tanto orgoglio.” Gustave Flaubert (1821–1880) scrittore francese