“Si parla di anni che portarono oltre il progresso sperato e cioè fino ad arrivare all'invenzione della lettera «P», con comprensibile giovamento delle pubbliche relazioni e dei rapporti umani di persone come: Latone, Inocchio, Irro, Aeron de Aeroni, Aa Giovanni, Uccini.”

Le balene restino sedute

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Alessandro Bergonzoni 50
comico e scrittore italiano 1958

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“[P]erché la televisione pubblica, per farci vedere le stesse ballerine delle televisioni private, esige una tassa oltre i proventi pubblicitari?”

Sergio Ricossa (1927–2016) economista italiano

1992, p. 245
Come si manda in rovina un paese

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“In Italia cambieranno i rapporti tra studenti e scuola. In pochi anni i ragazzi faranno grandi progressi in termini di creatività.”

Nicholas Negroponte (1943) informatico statunitense

da Corriere della sera, 18 luglio 2002

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“E scrivevi come vivevi, da persona piena di umori e di amori, con una cultura larga e profonda che andava dalla pesca degli storioni all'uso del verso alessandrino. E le invenzioni, Giovanni, i neologismi. Ne hai inventate di parole.”

Gianni Mura (1945) giornalista e scrittore italiano

la Repubblica
Origine: Da "Ciao Gianni, sei morto con i tuoi amici" http://www.repubblica.it/rubriche/punto-e-svirgola/2012/12/17/news/quel_giorno_da_malta-48978813/, Repubblica.it, 20 dicembre 2012.

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“Negli anni settanta, nella zona dell'Alberone si riunivano varie "batterie" di rapinatori, provenienti anche dal Testaccio. Ne facevano parte, oltre ad alcune persone che non ricordo, Maurizio Massaria, detto "rospetto", Alfredo De Simone, detto "il secco", i tre "ciccioni", cioè Ettore Maragnoli, Pietro "il pupo", e mi sembra Luciano Gasperini – questi tre, persone particolarmente riconoscibili per la mole corporea, svolgevano più che altro il ruolo di basisti e di ricettatori – Angelo De Angelis, detto "il catena", Massimino De Angelis, Enrico De Pedis, Raffaele Pernasetti, Mariano Castellani, Alessandro D'Ortenzi e Luigi Caracciolo, detto "gigione". Tutti costoro affidavano le armi a Franco Giuseppucci, chiamato allora "il fornaretto", ancora incensurato e che godeva della fiducia di tutti. Questi le custodiva all'interno di una roulotte di sua proprietà che teneva parcheggiata al Gianicolo. All'epoca frequentavo l'ambiente dei rapinatori della Magliana, del Trullo e del Portuense. Nel corso del tempo si erano cementati i rapporti tra me, Giovanni Piconi, Renzo Danesi, Enzo Mastropietro ed Emilio Castelletti, ma non costituivamo quella che in gergo viene chiamata "batteria", cioè un nucleo legato da vincoli di esclusività e solidarietà, in altre parole non ci eravamo ancora imposti l'obbligo di operare esclusivamente tra noi, ne di ripartire i proventi delle operazioni con chi non vi avesse partecipato. In particolare, negli anni precedenti il 1978, ognuna delle suddette persone operava o da sola ovvero aggregata in gruppi più piccoli o diversi.”

Maurizio Abbatino (1954) collaboratore di giustizia e criminale italiano

dall'interrogatorio di Maurizio Abbatino, 13 dicembre 1992

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