“Se solo le donne comprendessero il proprio valore, la propria forza e la usassero per salvare i mariti, i fratelli e i figli. Per la salvezza di tutti gli uomini!”

p. 305

Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Lev Nikolajevič Tolstoj 281
scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed a… 1828–1910

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“La bellezza è nell'avere fiducia in sé, scoprire i propri talenti, potersi sperimentare e riproporre anche i valori che sono propri dell'esperienza delle donne.”

Livia Turco (1955) politica italiana

citato in Loredana Lipperini, Finalmente, Lipperatura, 19 febbraio 2008

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“Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli.”

Carlo Alberto dalla Chiesa (1920–1982) generale e prefetto italiano

Origine: Citato in Nando dalla Chiesa, Delitto imperfetto, p. 154.

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“Che cosa comporta, di preciso, essere un uomo, uno vero? Repressione delle emozioni.
Mettere a tacere la propria sensibilità. Vergognarsi della propria delicatezza, della propria vulnerabilità. Lasciare l'infanzia brutalmente, e definitivamente: gli uomini-bambini non hanno una buona reputazione. Essere angosciati per le dimensioni del proprio cazzo. Saper far godere le donne senza che queste sappiano o vogliano dare indicazioni su come fare. Non mostrare la propria debolezza. Imbavagliare la propria sensualità. Indossare abiti di colori spenti, portare sempre le stesse scarpe goffe, non giocare con i propri capelli, non portare troppi anelli, braccialetti eccetera, non truccarsi. Dover fare il primo passo, sempre. Non avere alcuna cultura sessuale per migliorare il proprio orgasmo. Non saper chiedere aiuto. Dover essere coraggiosi, anche senza averne la minima voglia. Valorizzare la forza qualunque sia il proprio carattere. Dar prova di aggressività. Avere un accesso limitato alla paternità. Riuscire socialmente, per pagarsi le donne migliori. Temere la propria omosessualità perché un uomo, uno vero, non deve essere penetrato. Non giocare con le bambole da piccoli, accontentarsi delle automobiline e di orribili armi di plastica. Non prendersi troppa cura del proprio corpo. Essere sottomessi alla brutalità di altri uomini, senza lamentarsi. Sapersi difendere, anche se si è dolci. Non essere in contatto con la propria femminilità, simmetricamente alle donne che rinunciano alla loro virilità, non in funzione dei bisogni di una situazione o di un carattere, ma in funzione di quello che il corpo collettivo richiede. Affinché, sempre, le donne facciano i figli per la guerra, e gli uomini accettino di andare a farsi ammazzare per salvare gli interessi di tre o quattro cretini che non vedono al di là del loro naso.”

Virginie Despentes (1969) scrittrice e regista francese

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