“Quanto a noi miserabili, pensiamo che sia la nostra giustizia a introdurci presso Dio e che la nostra virtù, l'erudizione, il culto, lo zelo ci garantiscano la comunione con le cose celesti. Non ci capacitiamo che "tutto è nudo e scoperto agli occhi suoi e a lui dobbiamo rendere conto”
Eb 4,13), che non abbiamo nulla di buono per avvicinarci a Dio: "Nessuno è giusto, nemmeno uno" (Rm 3,10), e che "come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia" (Is 64,5).
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Storia di un'anima, Manoscritto autobiografico C