“Andrea Mantegna si era ricusato di far miniature per Isabella d'Este, dicendo di non aver attitudine alle cose minuscole, […].”

vol. 7, parte 2, p. 454
Storia dell'arte italiana, La pittura del Quattrocento

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 22 Maggio 2020. Storia
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Adolfo Venturi (storico dell'arte) 69
storico dell'arte e accademico italiano 1856–1941

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“La famiglia non è altro che una dittatura in miniatura.”

Rudolf Rolfs (1920–2004) attore tedesco

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“Gli uomini sono fatti in un modo tale che ognuno fa ciò in cui ha visto un altro aver successo, a prescindere dal fatto ch'egli abbia attitudine oppure no.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…

I, 70-1

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“Nonostante i miei peccati – che sono spaventosi – io sono un Cristo in miniatura, un piccolo Cristo, come se ne vede nelle icone.”

Grigorij Efimovič Rasputin (1869–1916) monaco russo

Origine: Da un lettera ad Aleksandra Fëdorovna Romanova; citato in Enzo Biagi, Russia, Rizzoli, Milano, 1977, p. 52.

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“Agli occhi del giovane pittore [Correggio], avvezzi alle sottigliezze, alle ondulazioni di linee miti,, […] dovette presentarsi come un nuovo mondo Mantova, impero dello statuario Mantegna. La forma solenne e massiccia di Andrea piombava romanamente sull'altare della Madonna della Vittoria, foggiava un classico scenario coi celebri Trionfi di Cesare, si disponeva in ritmo grandioso sulle pareti della Camera degli sposi, ove i Gonzaga avevan voluto ricordare le feste familiari con una imponenza sorpassante l'avvenimento casalingo.”

Adolfo Venturi (storico dell'arte) (1856–1941) storico dell'arte e accademico italiano

vol. 9, parte 2, p. 618
Storia dell'arte italiana, La pittura del Cinquecento
Variante: Agli occhi del giovane pittore, [... ] dovette presentarsi come un nuovo mondo Mantova, impero dello statuario Mantegna. La forma solenne e massiccia di Andrea piombava romanamente sull'altare della Madonna della Vittoria, foggiava un classico scenario coi celebri Trionfi di Cesare, si disponeva in ritmo grandioso sulle pareti della Camera degli sposi, ove i Gonzaga avevan voluto ricordare le feste familiari con una imponenza sorpassante l'avvenimento casalingo. (vol. 9, parte 2, p. 618)

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