“Da un sondaggio condotto tra i francesi risulta che il personaggio più noto d'Oltralpe è Marcello Mastroianni, conosciuto dall'83 per cento degli intervistati. Il 97 per cento dei francesi invece confessa di non sapere chi sia Ciriaco De Mita. Quando si dice un Paese fortunato…”

20 maggio 1989
il Giornale, Controcorrente – rubrica

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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giornalista italiano 1909–2001

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“Se si votasse oggi, dice il sondaggio, il 65 per cento degli interpellati dà la vittoria al centrodestra, solo il 12 al centrosinistra. Si possono certo opporre a questo sondaggio altri con esiti alquanto diversi, ma la visione comune è quella di un paese agitato, percorso da emozioni e incertezze, speranze e paure. Domina – così mi sembra – un'attesa di palingenesi con sfumature vagamente messianiche. Quanto di peggio.”

Eugenio Scalfari (1924) giornalista, scrittore e politico italiano

Origine: Da Il popolo che cerca il giudizio universale http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/09/16/il-popolo-che-cerca-il-giudizio-universale.027il.html?ref=search, la Repubblica, 16 settembre 2007.

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“Montesquieu, il maggior economista francese, quello che è giusto paragonare a Adam Smith, e che in perspicacia, chiarezza di idee e buon senso (doti che ogni economista dovrebbe possedere) supera di cento cubiti i fisiocratici.”

John Maynard Keynes (1883–1946) economista britannico

Origine: Dalla prefazione all'edizione francese di Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta; citato in Raymond Aron, Le tappe del pensiero sociologico, CDE, Milano, 1984, p. 35.

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“Nella Savoia sono nati i grandi scrittori francesi, come de Maistre.”

Pietro Citati (1930) scrittore e critico letterario italiano

Origine: Da Sottovoce http://www.raiplay.it/raiplay/video/2017/04/Sottovoce-3b87bcd9-247a-44e4-bf4f-8298826685b6.html, Rai 1, 26 aprile 2017, al minuto 13:30.

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“Come fa un Berlusconi che ha preso dieci milioni di voti e rappresenta il 50% degli italiani a mettersi sul piano di uno noto solo per essere stato il dinosauro di De Mita?”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1996
Origine: Citato in Gian Antonio Stella, Una bicicletta contro l'elicottero http://web.archive.org/web/20151014032136/http://archiviostorico.corriere.it/1996/aprile/20/Una_bicicletta_contro_elicottero_co_8_960420385.shtml, Corriere della Sera, 20 aprile 1996, p. 3.

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“Dopo essere stata una colonia tedesca, il Ruanda è diventato nel 1918, in seguito alla sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale, una colonia belga, vale a dire un paese francofono. Qualità che più tardi, ottenuta l'indipendenza, gli ha consentito di entrare nel privilegiato club dei paesi africani protetti dalla Francia. In quel club conta senz'altro il fascino per la cultura francese. Conta altresì la preferenza per i prodotti e la tecnica francesi ben inteso, anche se gli scambi con l'Africa francofona rappresentano soltanto il 3 per cento del commercio con l'estero di Parigi. In compenso i vari regimi hanno la garanzia di essere assistiti dall'Armée. Così quello ruandese, dominato dalla maggioranza hutu (85 per cento della popolazione) ha avuto un appoggio militare quando è cominciato il conflitto con la minoranza tutsi. La quale aveva tra l'altro un difetto, quello di essere per lo più anglofona, per via degli stretti rapporti con la vicina Uganda, ex colonia britannica. È dunque con armi e istruttori forniti dai francesi, che è cominciato il genocidio dei tutsi compiuto dalle milizie hutu. Ed ora che i primi, i tutsi, hanno vinto, e che gli hutu fuggono per timore di essere a loro volta massacrati, i francesi intervenuti per ragioni umanitarie sono costretti a proteggerli, e con loro proteggono gli autori del genocidio.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Dopo essere stata una colonia tedesca, il Ruanda è diventato nel 1918, in seguito alla sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale, una colonia belga, vale a dire un paese francofono. Qualità che più tardi, ottenuta l'indipendenza, gli ha consentito di entrare nel privilegiato club dei paesi africani protetti dalla Francia. In quel club conta senz'altro il fascino per la cultura francese. Conta altresì la preferenza per i prodotti e la tecnica francesi ben inteso, anche se gli scambi con l'Africa francofona rappresentano soltanto il 3 per cento del commercio con l'estero di Parigi. In compenso i vari regimi hanno la garanzia di essere assistiti dall'Armée. Così quello ruandese, dominato dalla maggioranza hutu (85 per cento della popolazione) ha avuto un appoggio militare quando è cominciato il conflitto con la minoranza tutsi. La quale aveva tra l'altro un difetto, quello di essere per lo più anglofona, per via degli stretti rapporti con la vicina Uganda, ex colonia britannica. È dunque con armi e istruttori forniti dai francesi, che è cominciato il genocidio dei tutsi compiuto dalle milizie hutu. Ed ora che i primi, i tutsi, hanno vinto, e che gli hutu fuggono per timore di essere a loro volta massacrati, i francesi intervenuti per ragioni umanitarie sono costretti a proteggerli, e con loro proteggono gli autori del genocidio.

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