“Apprendimento e conoscenza in una cultura orale significano identificazione diretta, empatica con il conosciuto.”

Origine: Citato in Vincenzo Cuomo, Le parole della voce, [Lineamenti di una filosofia della phoné], Edisud, Salerno, 1998, p. 20.
Origine: Oralità e scrittura. Le tecnologie della parola, p. 75

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia
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religioso, antropologo e filosofo statunitense 1912–2003

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“La conoscenza NON è cultura. Il campo della cultura comincia quando si è «dimenticato-non-so-che-libro.»”

Ezra Pound (1885–1972) poeta, saggista e traduttore statunitense

Aforismi e detti memorabili

“[…] per gli apprendimenti di questo tipo me dedicai a tradurre ciò che è stato detto più pienamente da molti autori, specialmente quelli educati da madre Grecia, mentre i latini erano pieni di lacune… di conoscenza.”

Alfano di Salerno (1015–1085) abate, medico e scrittore italiano

dalla prefazione della traduzione di Premnon physicon o De natura hominis di Nemesio

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“I viceministri sono come quei sottufficiali che pur avendo la più diretta conoscenza dei bisogni della truppa non hanno le competenze per poterne soddisfare le esigenze.”

Adolfo Urso (1957) politico italiano

Origine: Dall'intervista di Roberto Ippolito, Adolfo Urso "Cancelliamo i viceministr" http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,0164_01_2003_0173_0005_1101488/, La Stampa, 26 giugno 2003.

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“Dove si trova la conoscenza? I bambini di solito cominciano con il dare per scontato che l'insegnante possieda la conoscenza e la trasmetta alla classe. Se si creano le condizioni opportune, imparano presto che anche altri componenti della classe potrebbero possedere delle conoscenze, e che queste conoscenze possono essere condivise. (Naturalmente lo sanno fin dall'inizio, ma solo riguardo ad argomenti spiccioli.) In questa seconda fase, la conoscenza esiste nel gruppo – ma in modo inerte. È possibile allora vedere la discussione di gruppo come un modo di creare conoscenza invece che semplicemente come un modo per scoprire chi possiede quali conoscenze?
C'è un ulteriore passo da compiere, che ci porta a toccare uno degli aspetti più profondi della conoscenza umana. Se nessun membro del gruppo "sa" la risposta, dove si può andare a "scovarla"? È il balzo che porta a concepire la cultura come un magazzino, come un deposito di attrezzi o qualcosa di simile. Esistono cose note a tutti gli individui (più di quante essi stessi sappiano); più cose ancora sono conosciute dal gruppo possono essere scoperte tramite una discussione all'interno del gruppo; e molte più ancora sono immagazzinate in qualche altro posto – nella "cultura", per esempio nella testa delle persone più colte, nei manuali, nei libri, nelle mappe e così via. Per definizione, praticamente nessuno in una cultura sa tutto quello che c'è da sapere su di essa. E allora cosa dobbiamo fare quando non sappiamo come andare avanti? E quali sono i problemi che incontriamo nel reperire la conoscenza che ci serve?
Se sappiamo rispondere a questa domanda siamo sulla buona strada per capire cos'è una cultura. Non ci vorrà molto perché un bambino cominci a capire che la conoscenza è potere, o che è una forma di ricchezza, o che è una rete di sicurezza.”

Jerome Bruner (1915–2016) psicologo statunitense

da La cultura dell'educazione, Feltrinelli, Milano, 1997, pp. 64-65

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