“È l'opinione altrui che conferisce ai nostri atti una sorta di realtà.” Marguerite Yourcenar (1903–1987) scrittrice francese Alexis
“I riferimenti alla realtà storica sono continui nel film, ma indiretti; vengono trasposti in una chiave surreale che conferisce loro una credibilità poetica - mi auguro - e universale. Pentimento non è un pamphlet politico.” Tengiz Evgen'evič Abuladze (1924–1994) sceneggiatore e regista sovietico
“Il film di Ichikawa stempera le visioni degli orrori della guerra in una sorta di contemplazione assorta e ieratica. È forse il film più pacifista sul conflitto mondiale degli ultimi quarant'anni, venato di una tristezza infinita che accomuna cristianamente amici e nemici.” Il Farinotti (1951) critico cinematografico italiano L'arpa birmana, p. 169
“Il direttore del doppiaggio è una sorta di regista: è la persona che ha studiato il film o la serie per intero e, con quella conoscenza, ti dice di volta in volta cos’è arrivato della tua interpretazione e ti suggerisce eventuali modifiche; il grande direttore su un film importante ti può far lavorare anche per un’ora su una sola battuta.” Franca D'Amato (1959) attrice e doppiatrice italiana
“In un certo senso, io sono politico e faccio sempre questa domanda al mio popolo: perché voler far appello a un film per esprimere le spinte del popolo, per esprimere la sua gioia, i suoi sogni? Come se fossi io stesso, in quanto regista, un eletto, un deputato. Invece non lo sono, non sono altro che un semplice africano. Ma il cinema mi conferisce un potere diverso. In Africa, il cinema sembra avere un potere simile!” Ousmane Sembène (1923–2007) scrittore e regista senegalese da Lezioni di cinema, p. 185
“Sono felice, e depressa come mai prima. Mi lecco le ferite, guardandomi intorno con una sorta di antico stupore e nuova speranza. È un'avventura massacrante, come ogni film, ma appagante, come ogni film. Negli occhi, riflesse, le nuvole rarefatte degli anni Novanta: un po' di ironia, un po' di poesia, un po' d'amore, un po' di orrore.” Asia Argento (1975) attrice italiana Origine: Da I love you Kirk, Frassinelli.
“Un giorno in una sorta di realtà simulata vivremo ciò che ora leggiamo nei libri o vediamo nei film! Per acquisire direttamente in prima persona vite e esperienze che non sono nostre ma di altri, in modo da rendere relativi gli anni vissuti su questo pianeta!” Maicol Cortesi
“Poi vidi 8½, il culmine della sua carriera. Sembrava a quel tempo così strano per la fine aperta, così misterioso e ambiguo. Nei film americani si ha sempre la necessità di un inizio, una parte centrale e una fine. Fellini ha realizzato una sorta di decostruttivismo della realtà. 8½ è un puzzle che induce a porsi delle domande, pratica una sorta di impressionismo, il punto di vista del protagonista e della cinepresa si fondono.” Oliver Stone (1946) regista statunitense
“Ho sempre preferito la compagnia degli adulti, fin da piccola. Mi dicono che non stavo con gli altri bambini, non so perché, ero molto solitaria. […] Il primo film è stato una sorta di terapia, uno psicologo aveva detto ai miei genitori che sarebbe stato un buon modo per tirarmi fuori dall'isolamento.” Lola Créton (1993) attrice francese
“Si ha l'impressione che "La notte dei morti viventi" sia a lungo rimasto vittima di un equivoco: l'idea che il film fosse non soltanto un film di genere, un horror, ma in particolare una sorta di capostipite dello splatter. Il che gli ha fruttato l'esilio nel territorio dei "film per appassionati". E invece "La notte dei morti viventi" è molto più simile a "Gli uccelli" di Alfred Hitchcock che a "Non aprite quella porta" di Tobe Hooper. La forza che ha turbato più d'una generazione di spettatori non è quella che scaturisce dall'esposizione di uno squartamento, dallo spettacolo "osceno" della carne martoriata. È più sottile, più profonda. La notte dei morti viventi è, prima che un film di genere che usa la morte per spaventare, uno dei più radicali film sulla morte che siano mai stati realizzati. Per questo, come il suo oggetto, continua - e continuerà a lungo - a affascinarci e sfuggirci, a attrarci e respingerci.” Dario Buzzolan (1966) scrittore italiano