“Essere avaro vuol dire rubare agli altri, scialacquare vuol dire rubare a sé ed agli altri.”

“Lo strano è che gli uomini non esitano a dire liberamente cose che sono in sé sconce, come rubare, frodare, commettere adulterio; e si fanno scrupolo di dire cose che, essendo naturali, non possono essere turpi.”

Zenone di Cizio (-334–-263 a.C.) filosofo greco antico

Origine: Citato in 1932, p. 108.

“Se sei sempre arrabbiata con gli altri, se non fai che dargli addosso, vuol dire che dipendi da loro.”

Banana Yoshimoto libro The Lake

The Lake

“Sentirsi inferiore vuol dire sottovalutare se stesso e sovrastimare gli altri.”

Giuseppe Tobia

“Citare dei proverbi vuol dire fare propria la saggezza degli altri.”

Giuseppe Tobia

“Essere buono vuol dire essere in armonia con se stesso. La discordia consiste nell'essere costretto a trovarsi in armonia con gli altri.”

Oscar Wilde (1854–1900) poeta, aforista e scrittore irlandese

Aforismi

“Se ti senti in grado di giudicare gli altri, vuol dire che già hai giudicato te stesso.”

Giuseppe Tobia

“Cosa vuol dire vegliare? Non è stare attenti al pericolo, vuol dire essere positivi, svegli.”

Oreste Benzi (1925–2007) presbitero italiano

Pane quotidiano – novembre/dicembre 2008

“La responsabilità verso il proprio temperamento è in ogni cosa e in ogni gesto che si fa… Cosa vuol dire responsabilità verso il proprio temperamento? Vuol dire che il proprio temperamento, traducendo o mediando ad altri una cosa che ha sentito dire, deve essere tutto proteso non ad affermare se stesso, ma ad affermare quello che ha sentito. E perciò, uno deve dimenticare se stesso per affermare quello che ha detto un altro. Deve essere autentico, sincero, distaccato da sé.”

Luigi Giussani libro Dal temperamento un metodo

Dal temperamento un metodo

“Paura del diverso. Vuol dire limitarsi o crescere. Crescere vuol dire vivere ed esistere. Limitarsi vuol dire sparire.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

Origine: Dietrologia – I soldi non finiscono mai, p. 81

“Ora alzatevi spose bambine | che è venuto il tempo di andare | con le vene celesti dei polsi | anche oggi si va a caritare | E se questo vuol dire rubare | questo filo di pane tra miseria e fortuna | allo specchio di questa kampina | ai miei occhi limpidi come un addio | lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca | il punto di vista di Dio.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

da Khorakhané, n.° 2