“Si è fuggiti insieme, si ritorna uno per uno.”

Origine: Massa e potere, p. 64

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia
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insieme , ritorno
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Elias Canetti 197
scrittore, saggista e aforista bulgaro 1905–1994

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“Il genio della violenza è fuggito dalla bottiglia.”

Alex Zanotelli (1938) religioso, presbitero e missionario italiano

da Senza ritorno, il manifesto, 10 dicembre 2002

“L'idea del Fantacalcio nasce negli anni '80, di ritorno dagli Stati Uniti dove avevo osservato un gioco simile legato al baseball ma ho impiegato vari anni, insieme ad alcuni amici, a perfezionarne le regole.”

Riccardo Albini (1953) giornalista italiano

Origine: Citato in Walter Minucci, La console è di rigore https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/febbraio/12/console_rigore_ce_0_010212596.shtml, Corriere della Sera, 12 febbraio 2001, p. 21.

Khalil Gibran frase: “Se ami una persona, lasciala andare, perché se ritorna, è sempre stata tua. E se non ritorna, non lo è mai stata.”
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“II Il viaggio e il ritorno”

Dino Campana (1885–1932) poeta italiano

Salivano voci e voci e canti di fanciulli e di lussuria per i ritorti vichi dentro dell'ombra ardente, al colle al colle. A l'ombra dei lampioni verdi le bianche colossali prostitute sognavano sogni vaghi nella luce bizzarra al vento. (p. 14)
Dal giardino una canzone si rompe in catena fievole di singhiozzi: la vena è aperta: arido rosso e dolce è il panorama scheletrico del mondo. (p. 15)
O il tuo corpo! il tuo profumo mi velava gli occhi: io non vedevo il tuo corpo (un dolce e acuto profumo): là nel grande specchio ignudo, nel grande specchio ignudo velato dai fumi di viola, in alto baciato da una stella di luce era il bello, il bello e dolce dono di un dio: e le timide mammelle erano gonfie di luce, e le stelle erano assenti, e non un Dio era nella sera d'amore di viola: ma tu leggera tu sulle mie ginocchia sedevi, cariatide notturna di un incatevole cielo. (p. 15)
Aprimmo la finestra al cielo notturno. Gli uomini come spettri vaganti: vagavano come gli spettri: e la città (le vie le chiese le piazze) si componeva in un sogno cadenzato, come per una melodia invisibile scaturita da quel vagare. Non era dunque il mondo abitato da dolci spettri e nella notte non era il sogno ridesto nelle potenze sue trionfale? Qual ponte, muti chiedemmo, qual ponte abbiamo noi gettato sull'infinito, che tutto ci appare ombra di eternità? A quale sogno levammo la nostalgia della nostra bellezza? La luna sorgeva nella sua vecchia vestaglia dietro la chiesa bizantina. (p. 16)
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