
„L'attore è un essere senza colpa, per il fatto che se l'assume tutta il regista (che è roso dall'angoscia mentre i suoi attori splendono di desiderio). Se un attore ha voglia di rifare l'inquadratura diciassette volte, bisogna concederglielo, come un'oblazione. […] bisogna essere disponibili per gli attori, la macchina da presa viene dopo di loro, tutto viene dopo, hanno diritto a tutti i capricci e tutti noi, sul set, siamo loro schiavi. Nel momento stesso dell'atto cinematografico, la ripresa di un'inquadratura, non c'è che l'attore.“
— Yusuf Shahin regista egiziano 1926 - 2008
Origine: Lezioni di cinema, p. 102