“Che i romani non temano di produr troppo, e rammentino ciò che inculcava il nostro Genovesi: che un popolo abbondante in grano, vigne ed olivi è da natura costituito creditore degli altri.”

“I popoli oppressi dei Tropici stanno alla nostra civilizzazione come creditori di diritti antichi ed irrinunciabili, alla stessa maniera della classe operaia in Europa.”

“Il popolo è come un campo di grano e il potere è come il vento che lo fa ondeggiare a suo piacimento.”

“Gli etruschi lo sanno tutti, erano il popolo che occupava l'Italia centrale, ai tempi della prima Roma e che i Romani, da buoni vicini come sempre annientarono per far posto a una Roma con la 'erre' maiuscola. Non li avrebbero sterminati tutti, ce n'erano troppi, ma riuscirono a cancellarli come nazione e come popolo. Fu l'inevitabile risultato di un espansionismo con la 'e' maiuscola, la sola ragion d'essere di gente come i romani.”

“La storia universale (cioè quella di tutti i popoli) è, dunque, come un fiume costituito da tanti affluenti (la storia di ciascun popolo).”

“[B]revi e funesti erano gli amori del popolo romano.”

“Ci dimentichiamo troppo spesso che tutto ciò che nasce, si muove e muore vive e che anche i fiori del nostro giardino, gli alberi delle foreste, il grano dei campi e l'intricato sottosuolo di linfa e di radici fanno parte di questo nostro strano mondo di esseri viventi.”

“Noi siamo un popolo di eroi e di grandi inventori e discendiamo dagli antichi romani.”

“Chi ha debiti non ama la soglia del creditore.”
Qui debet, limen creditoris non amat.

“In Romania i fattori promotori erano costituiti dalla corrente italianista capeggiata dagli scrittori Ion Heliade-Rǎdulescu e Gheorghe Asachi i quali consideravano il popolo romeno quasi italiano, deviato nel normale sviluppo dalle secolari influenze straniere, e postulavano un risorgimento culturale attraverso l'italianizzazione della lingua e l'imitazione delle istituzioni italiane.”