“Il dolore del fegato che dovevo mangiarmi mi toglieva il fiato, e l'afa e l'affanno e l'ingiustizia del mondo facevano il resto sotto il mio berretto e nel mio costato trafitto. Fu in quel momento che concepii questo pensiero terribile di giustizia divina: che se uno fa un'azione ignobile contro qualcuno, be', la faccia pure, perché, che c'è di più esaltante per i deboli che bere sangue umano per darsi la forza che il proprio non gli dà? ma quando la sua cattiveria ha raggiunto il colmo nelle sue opere, uno dovrebbe farla finita da se.”
p. 175
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da Amphitheatrum aeternae Providentiae, exercit. 16, p. 104

“Vedete? È sangue umano! Umano! Non divino!”
Poco dopo essere stato colpito da una freccia.
Bianca come il latte, rossa come il sangue