“L'asta, ch'offesa or porta ed or vendetta, | per lo noto sentier vola e rivola, | ma già colui non fère ove è diretta, | ch'egli si piega e 'l capo al colpo invola; | coglie il fedel Sigiero, il qual ricetta | profondamente il ferro entro la gola, | né gli rincresce, del suo caro duce | morendo in vece, abbandonar la luce.”
XI, 80
Gerusalemme liberata
Citazioni simili

da Canto XIX
Ipazia ovvero delle filosofie

p. 39
Variante: Il conte Cavour uscì fuori un giorno a dirmi: «Convenga con me, che il Connubio fu il più bell'atto della mia vita politica.»
Io lo guardai negli occhi, e poi gli risposi: «A me lo dice? a me che ho durato quasi un anno a persuadere or lei, or Rattazzi onde portarli a quel punto che Ella ben ricorda?» e Cavour scoppiando in una gran risata : «È vero, è vero (già cà l'è vera), mio caro Castelli,» e poi a furia una fregatina di mani. (p. 39)
Origine: Urbano Rattazzi (1808–1873), politico italiano.

“Uniche gioje del matrimonio, ch'egli conosca, son quelle che gli vendette, salate, l'orefice.”
La desinenza in A
Origine: Dossi, C. La desinenza in A. Atto primo, scena ottava. Ed. Garzanti (1996), pg. 82