“Mi chiesero cosa ne pensassi dell'illustre Mozart e dei suoi peccati. Risposi che avrei rinunciato volentieri a tutte le mie virtù per i peccati di Mozart.” Felix Mendelssohn (1809–1847) pianista, musicista (organista), compositore citato in Mozartiana, 1990
“L'unica cosa di cui ero certa era che sotto lo stesso cielo, sia che io pensassi a lei o lei a me, ci auguravamo a vicenda di essere felici. Una sensazione concreta al punto da riuscire a toccarla.” Banana Yoshimoto (1964) scrittrice giapponese da Delfini, p. 155
“[Sui risultati sportivi della Juventus nella stagione 2009-2010] Succede quello che avevo previsto da tempo. La società non esiste, guidata da gente che non sa di pallone. E la squadra fa acqua. Dopo un anno che era arrivato a Torino, Blanc ebbe il coraggio di dire che il calcio è più semplice di quanto pensasse. Poveretto. Cosa ne sa lui di questo mondo?” Luciano Moggi (1937) dirigente sportivo italiano
“Una voce dietro di me disse in un odioso tono equivoco: – Spero, capitano, che ne siate soddisfatto –. Non voltai neppure la testa. Era il comandante del piroscafo, e qualsiasi cosa intendesse dire, qualsiasi cosa lui pensasse della nave, sapevo che, al pari di alcune rare donne, essa era una di quelle creature la cui semplice esistenza è sufficiente a suscitare un diletto disinteressato. Uno sente che è bello essere al mondo, quel mondo in cui essa esiste.” Joseph Conrad (1857–1924) scrittore polacco 2011, pp. 73-74
“[Sceneggiare Tex] si tratta di un onore! E di una responsabilità. Oltre che di un sogno personale realizzato, è chiaro! Cerco di tenere alta come posso la bandiera di Tex e allo stesso tempo cerco di divertirmi. Se ogni volta pensassi "che cosa direbbe l'anima di G. L. Bonelli" o "che cosa diranno i lettori?"” Mauro Boselli (1953) fumettista italiano allora non riuscirei a divertirmi e i lettori nemmeno.
“Quando la federazione norvegese nominò una donna alla direzione delle selezioni mi chiesero cosa ne pensassi. Risposi che speravo fosse stata scelta perché competente, non perché donna. Forse bisogna chiedersi se le donne, a pari competenze, abbiano le stesse opportunità degli uomini. O se le ragazzine abbiano le stesse possibilità di vivere la passione per il calcio dei maschi. Credo di no. E non vale solo per il calcio.” Ada Hegerberg (1995) calciatrice norvegese
“Una volta fu chiesto al compianto Giovanni Battista Angioletti cosa pensasse dei premi letterari, ed egli, che aveva ricevuto il primo Bagutta nel 1927 per il volume di racconti «Il giorno del giudizio», rispose con una immagine suggestiva: cioè «nel deserto quattro o cinque palme di un'oasi si vedono facilmente di lontano, ma quando le piante si moltiplicano è difficile riconoscere le palme di un'oasi»” Elio Filippo Accrocca (1923–1996) poeta e scrittore italiano Bagutta
“Io ho sempre l'impressione di fare molto più lavoro del dovuto. Non che sia contrario al lavoro, intendiamoci, il lavoro mi piace, mi affascina. Posso starmente seduto a guardarlo per ore.” Jerome Klapka Jerome libro Tre uomini in barca XV; 1997, p. 148 Tre uomini in barca
“[Su Zlatan Ibrahimović] Pesava parecchio, anche se poi la formazione la faceva Allegri. Però quello che diceva Ibra non cadeva nel vuoto. Faccio un esempio: quando volevo lasciare il Bayern e presi i primi contatti con il Milan, so che Galliani chiese a Zlatan cosa ne pensasse del mio possibile arrivo, visto che eravamo quasi venuti alle mani al termine di un Olanda-Svezia. Zlatan disse: "uno come van Bommel è meglio averlo in squadra che contro."” Mark van Bommel (1977) calciatore olandese
“[…] – Eravamo sulla via scottante delle confidenze, – disse lui, piano, come se pensasse al mondo dei suoi sogni. – Accanto al mio desiderio del paese, c'era il desiderio di qualcuno, amato, ma ignoto. Mi pareva che avrei dovuto incontrarlo. Mi ha accompagnato sempre, eppure non sapevo chi fosse.Essa si appoggiò alla sua spalla, in silenzio, tremante.– E ora, conoscendola, mi pare che lei sia quella ch'io volevo, proprio quella, ma più dolce e più buona di come l'avevo sognata….. Un lungo silenzio seguì quelle parole. Fino a casa non dissero più nulla.” Duiliu Zamfirescu (1858–1922) scrittore e diplomatico rumeno 'Matteo', capitolo XIV, p. 107 La vita in campagna