“Uomo (s. m.). Un animale talmente preso dalla rapita contemplazione di ciò che pensa da perdere di vista quello che dovrebbe essere realmente. La sua occupazione principale è lo sterminio, non solo degli altri animali, ma anche della sua stessa specie: la quale, tuttavia, si moltiplica con tale tenacia, insistenza e rapidità da infestare l'intero mondo abitabile nonché il Canada.”

1988, p. 176
Dizionario del diavolo

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Ambrose Bierce 253
scrittore, giornalista e aforista statunitense 1842–1914

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“Cinico (s. m.). Mascalzone che, a causa di un difetto alla vista, vede le cose come realmente sono e non come dovrebbero essere.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 48
Dizionario del diavolo
Origine: Oscar Wilde: «Il cinismo è semplicemente l'arte di vedere le cose come sono, non quali dovrebbero essere».

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“Istrice (s. m.). Il cactus del regno animale.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 103
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“Conforto (s. m.). Stato d'animo provocato dalla contemplazione delle difficoltà del nostro vicino.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

1988, p. 52
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“L'uomo differisce dagli altri animali perché esso solo comprende; gli altri animali percepiscono, ma non comprendono.”

Alcmeone di Crotone filosofo greco antico

frammento DK 24, B1a; citato in Gabriele Giannantoni, I presocratici

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“È chiaro che l'animale non è una macchina, né i moti dell'animale possono spiegarsi con le leggi meccaniche. L'animale si muove e sente la natura, ovvero la natura si riconcentra, si riflette e trova già una certa unità nell'animale. Un essere che si muove e che sente, pensa per ciò stesso. Il suo pensiero sarà confuso, indistinto e rudimentario, ma è un certo pensiero, perché sentire è già pensare. L'animale adunque pensa.”

Augusto Vera (1813–1885) filosofo e politico italiano

da Introduzione alla filosofia della storia: lezioni di A. Vera, raccolte e pubblicate con l'approvazione dell'autore da Raffaele Mariano, Le Monnier, Firenze, 1869, cap. VII, pp. 324 http://books.google.it/books?id=XCYAmR3XIFAC&pg=PA324-325

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