
“La gioventù non è una stagione della vita, è uno stato mentale.”
Guzmán de Alfarache
Origine: Citato in Guido Almansi, Il filosofo portatile, TEA, Milano, 1991.
Guzmán de Alfarache [ɡuðˈman de alfaˈɾatʃe] è un romanzo picaresco dello scrittore spagnolo Mateo Alemán. La prima parte del Guzmán fu pubblicata a Madrid nel 1599; e così grande ne fu il successo, che si moltiplicarono, quasi sempre all'insaputa dell'autore, in Spagna, in Francia, in Belgio, in Portogallo, le edizioni del libro. Della sua gran popolarità, tanto grande che l'opera era comunemente indicata col semplice titolo di Pícaro e dell'esser venuto a conoscenza di una prima stesura della seconda parte già scritta dall'Alemán e fatta conoscere ad amici, approfittò l'avvocato valenzano Juan Martí, il quale, sotto il nome di Mateo Luján de Sayavedra, pubblicò una sua apocrifa seconda parte nel 1602 a Barcellona presso Joan Amello: furto e inganno di cui si duole nel prologo al lettore l'Alemán , il quale dovette rimaneggiare e rifare la primitiva seconda parte, a noi nota quindi soltanto attraverso il plagio del Sayavedra, per non trovarsi a parere imitatore, lui derubato; e la pubblicò quindi a Lisbona presso l'editore Pietro Brasbeech, nel 1604, col titolo: Segunda parte de la vida de Guzmán de Alfarache, Atalaya de la vida humana por Mateo Alemán su verdadero autor. Aveva in mente di scriverne una terza, tanto da prometterla alla fine del libro, come fa anche il suo plagiatore, e fors'anche la scrisse, ma non venne mai in luce, per quanto un libraio di Brighton, nel Bulletin du bibliophile, 1853, p. 544, affermasse di possederla insieme con le altre due, confondendola, come ha ragione di pensare il Salvà, con la falsa del Luján de Sayavedra.
“La gioventù non è una stagione della vita, è uno stato mentale.”
Guzmán de Alfarache
Origine: Citato in Guido Almansi, Il filosofo portatile, TEA, Milano, 1991.