Frasi da libro
La coscienza di Zeno

La coscienza di Zeno

La coscienza di Zeno è un romanzo psicologico di Italo Svevo, pubblicato nel 1923 dall'editore Cappelli a Bologna.Nella prefazione del libro il sedicente psicoanalista Dottor S. dichiara di voler pubblicare "per vendetta" alcune memorie, redatte in forma autobiografica di un suo paziente, Zeno Cosini, che si è sottratto alla cura che gli era stata prescritta. Gli appunti dell'ex-paziente costituiscono il contenuto del libro.


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“Quando si muore si ha ben altro da fare che di pensare alla morte.”

Origine: La coscienza di Zeno (1923), p. 67

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“Le avventure più gradevoli possono capitare quando meno ci si pensa […].”

Origine: La coscienza di Zeno, Storia di un'associazione commerciale, p. 367

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“Le lacrime non sono espresse dal dolore, ma dalla sua storia.”

Origine: La coscienza di Zeno, La moglie e l'amante, p. 245

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“Uno dei primi effetti della bellezza femminile su di un uomo è quello di levargli l'avarizia.”

Origine: La coscienza di Zeno, Storia di un'associazione commerciale, p. 348

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“Sapeva abbastanza di contabilità per intendermi e invece non ci arrivava perché il desiderio gl'impediva di adattarsi all'evidenza.”

Origine: La coscienza di Zeno, Storia di un'associazione commerciale, p. 426

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“Grande, importante malattia quella di Basedow! Per me fu importantissimo di averla conosciuta. La studiai in varie monografie e credetti di scoprire appena allora il segreto essenziale del nostro organismo. Io credo che da molti come da me vi sieno dei periodi di tempo in cui certe idee occupino e ingombrino tutto il cervello chiudendolo a tutte le altre. Ma se anche alla collettività succede la stessa cosa! Vive di Darwin dopo di essere vissuta di Robespierre e di Napoleone eppoi di Liebig o magari di Leopardi quando su tutto il cosmo non troneggi Bismark.
Ma di Basedow vissi sol io! Mi parve ch'egli avesse portate alla luce le radici della vita la quale è fatta così: tutti gli organismi si distribuiscono su una linea, ad un capo della quale sta la malattia di Basedow che implica il generosissimo, folle consumo della forza vitale ad un ritmo precipitoso, il battito di un cuore sfrenato, e all'altro stanno gli organismi immiseriti per avarizia organica, destinati a perire di una malattia che sembrerebbe di esaurimento ed è invece di poltronaggine. Il giusto medio fra le due malattie si trova al centro e viene designato impropriamente come la salute che non è che una sosta. E fra il centro ed un'estremità — quella di Basedow — stanno tutti coloro ch'esasperano e consumano la vita in grandi desiderii, ambizioni, godimenti e anche lavoro, dall'altra quelli che non gettano sul piatto della vita che delle briciole e risparmiano preparando quegli abietti longevi che appariscono quale un peso per la società. Pare che questo peso sia anch'esso necessario. La società procede perché i Basedowiani la sospingono, e non precipita perché gli altri la trattengono. Io sono convinto che volendo costituire una società, si poteva farlo più semplicemente, ma è fatta così, col gozzo ad uno dei suoi capi e l'edema all'altro, e non c'è rimedio. In mezzo stanno coloro che hanno incipiente o gozzo o edema e su tutta la linea, in tutta l'umanità, la salute assoluta manca.”

Origine: La coscienza di Zeno, Storia di un'associazione commerciale, pp. 387-389

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“é un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente.”

Variante: È un modo comodo di vivere quello di credersi grande di una grandezza latente.
Origine: Zeno's Conscience

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“Io credo che l'accordo in un giudizio critico unisca intimamente.”

Origine: La coscienza di Zeno, La moglie e l'amante, p. 230

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