“[Sogno] Una foresta buia. Non un'anima viva. Le foglie aguzze sugli alberi, i miei piedi tutti graffiati. Questo posto mi pareva di ricordarlo, ma adesso mi sono persa. Ho paura. E freddo. Dall'altra parte del burrone ghiacciato, una costruzione rossa simile a un granaio. Una stuoia di paglia sventola floscia davanti all'ingresso. La arrotolo verso l'alto e sono dentro; è dentro. Una lunga canna di bambù da cui pendono enormi quarti di carne rosso sangue, ancora gocciolanti di sangue. Cerco di passare oltre ma la carne… non c'è fine alla carne, e nessuna via d'uscita. Ho del sangue in bocca, i vestiti intrisi di sangue appiccicati alla pelle.” Han Kang libro The Vegetarian Origine: La vegetariana, p. 21
“Quello che mi fa male è il petto. Qualcosa si è bloccato all'altezza del plesso solare. Non so che cosa può essere. Adesso è perennemente conficcato lì. Lo sento sempre, anche se ho smesso di portare il reggiseno. E per quanto faccia respiri profondi, non vuole andarsene.Un grumo formato da urla e gemiti aggrovigliati, intrecciati fra loro uno strato dopo l'altro. È per la carne. Ho mangiato troppa carne. Le vite degli animali che ho divorato si sono tutte piantate lì. Il sangue e la carne, tutti quei corpi macellati sono sparpagliati in ogni angolo del mio organismo, e anche se i resti fisici sono stati espulsi, quelle vite sono ancora cocciutamente abbarbicate alle mie viscere.” Han Kang libro The Vegetarian Origine: La vegetariana, p. 54