Capitolo quinto, La guerra civile, p. 221
Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza
Frasi da libro
Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza
Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza è un saggio dello storico italiano Claudio Pavone, pubblicato per la prima volta nel 1991. Nell'opera l'autore, già partigiano durante la Resistenza, analizza il fenomeno resistenziale nei suoi molteplici aspetti, con scrupolosità e con una ricca documentazione bibliografica, concentrando principalmente l'attenzione sulle motivazioni, i comportamenti, le aspettative e gli obiettivi dei combattenti partigiani. L'autore cerca di spostare il focus storiografico da politico, in cui solo le linee dei partiti sono agenti della storia, a "morale" cioè analizzando i soggetti operanti attraverso le loro motivazioni, aspirazioni, illusioni e speranze. Con questa sua opera Pavone ha significativamente influito sul dibattito storiografico relativo alla Resistenza e al cruciale periodo della storia d'Italia successivo all'armistizio di Cassibile.
Capitolo sesto, La guerra di classe, p. 407
Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza
Origine: Edizione settentrionale, articolo della serie «Domande e risposte», 7 novembre 1944.
Capitolo ottavo, La politica e l'attesa del futuro, p. 586
Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza
Origine: Testimonianza di Bruno Zenoni, in Portelli, Biografia di una città cit., p. 288.
Capitolo ottavo, La politica e l'attesa del futuro, p. 587
Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza
Origine: Quazza, Resistenza e storia d'Italia cit., p. 339.
Origine: Quazza (ibid., p. 342), rinviando alle opere di Kogan e di Delzell, parla di una consegna delle armi avvenuta solo per il 60 per cento. La grande quantità di armi sequestrate dagli Alleati entro la fine di settembre – 215 000 fucili, 12 000 mitra, 5000 mitragliatrici, 760 bazooka, 12 autoblinde, 217 cannoni, ma solo 5000 pistole – è stata ritenuta un indice della forza raggiunta dalla Resistenza (Ginsborg, Storia d'Italia dal dopoguerra a oggi cit., I, pp. 89-90, che rinvia ai dati forniti da C. R. S. Harris, Allied Military Administration of Italy I943-45, H. M. Stationery Office, London 1957, p. 358). Le vicende del proprio parabello sono raccontate da L. Meneghello come indicative del clima del dopoguerra (Bau-sète cit., pp . 49-50). In alcune delle testimonianze raccolte da Portelli in Biografia di una città cit., al prudente silenzio dei primi anni si è sostituita la spavalda rivendicazione. Mario Filipponi parla ad esempio di «tonnellate» di armi nascoste e racconta di un segretario di federazione che diceva «non sarà oggi, sarà fra un anno, fra cinque, le armi dobbiamo prenderle in mano» (p. 299). Le punte più spinte delle reazioni all'attentato a Togliatti del 14 luglio 1948 – Genova, Piombino – vanno lette anche in questa chiave.