Gustavo III di Svezia fu re di Svezia dal 1771 alla morte nel 1792.
Tra i maggiori sovrani del suo tempo e indubbiamente tra le più dotate figure di spicco della storia svedese, Gustavo III seppe reintrodurre in Svezia un governo monarchico forte e assolutistico che al paese era mancato dalla morte di Carlo XII nel 1718. Con un colpo di Stato, infatti, egli seppe porre fine all'Età della Libertà e promosse una campagna per rivalutare l'immagine e lo splendore della monarchia e dell'impero svedese, relegando il parlamento a compiti minoritari. Divenuto un despota illuminato, il suo utilizzo dei fondi pubblici in grandi somme portò a delle controversie sul suo governo.
I tentativi di sottomettere dapprima la Norvegia con l'aiuto della Russia e poi di riprendere le province del Baltico conducendo una guerra contro lo zar ricondussero in auge il mito della Svezia come grande potenza militare. Ammiratore di Voltaire, Gustavo III legalizzò il cattolicesimo e l'ebraismo nel suo regno e promosse riforme che avvantaggiarono il liberalismo economico, oltre alle riforme sociali e all'abolizione, in molti casi, della tortura e della pena capitale, sebbene permanesse una certa limitazione della libertà di stampa.
Sin dalle prime avvisaglie delle rivolta in Francia che preludevano alla Rivoluzione francese, Gustavo III si schierò col partito monarchico a sostegno del re Luigi XVI, offrendo alla sua controparte francese l'appoggio solidale di un compagno d'arme e di un alleato politico. Venne assassinato da una cospirazione di nobili che inneggiavano al tirannicidio, anche se le vere motivazioni potevano essere anche altre di natura più privata.
Patrono delle arti e benefattore della letteratura, Gustavo III fondò diverse accademie, tra cui l'Accademia Svedese, creando anche un costume nazionale e dando inizio alle operazioni per la costruzione di un teatro regio. Nel 1772 fondò l'Ordine di Vasa come ricompensa per quanti si fossero distinti nello sviluppo dell'agricoltura, delle arti, delle scienze, delle tecnologie e del commercio.
A partire dal 1780 fu membro della massoneria.
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