Frasi di Il'ja Grigor'evič Ėrenburg

Il'ja Grigor'evič Ėrenburg è stato un giornalista e scrittore sovietico.

Avendo partecipato, giovanissimo, all'organizzazione di circoli socialisti, fu arrestato e condannato all'esilio dalla polizia zarista. Giunto a Parigi pubblicò un libro di versi , poi, durante la prima guerra mondiale, fu corrispondente dal fronte occidentale per vari giornali della capitale.

Dopo la rivoluzione d'ottobre tornò in patria ove fondò asili e scuole, tenne corsi di letteratura russa a lavoratori e studenti, organizzò gruppi teatrali.

Ma nel 1921 era di nuovo in viaggio per l'Europa, dove pubblicò i primi romanzi: La straordinaria vita di Julio Jurenito , Tredici pipe , Il vicolo Protocny , e La tempestosa vita di Lazik che, proibito in Russia, apparve a Parigi nel 1928.

Tornato in URSS dovette adattarsi ai nuovi canoni ufficiali del realismo socialista, ma senza mai cadere nella vuota retorica: dal 1934, come corrispondente di Izvestia, seguì le principali operazioni della guerra di Spagna, cui dedicò anche un saggio .

Quando i tedeschi attaccarono l'URSS, divenne celebre per le trasmissioni da Radio Mosca e per i suoi articoli come corrispondente di guerra in cui attaccava violentemente il fascismo ed il nazismo; per questa sua opera il generale Charles De Gaulle gli conferì la Legion d'onore.

Intanto aveva pubblicato il suo romanzo forse più importante, La caduta di Parigi, per cui ricevette il premio Stalin nel 1942. Alla fine della guerra scrive, con Vasilij Grossman, Il libro nero - Il genocidio nazista nei territori sovietici 1941-1945, per denunciare al mondo lo sterminio degli ebrei sovietici da parte delle forze dell'Asse, di cui Stalin proibì la pubblicazione. Nel 1954 pubblicò Il disgelo la sua opera più celebre, in cui è affrontato il tema della libertà artistica in URSS; il titolo stesso di quest'opera indicò, per antonomasia, il periodo della destalinizzazione.

Vincitore del premio Lenin per la pace del 1960, ha pubblicato, con il titolo Uomini, anni, vita, le sue memorie di cui, poco prima della sua morte, aveva visto la luce il sesto volume.

✵ 14. Gennaio 1891 – 31. Agosto 1967
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Il'ja Grigor'evič Ėrenburg frasi celebri

“Da molti decenni noi affermiamo d'aver annientato gli sfruttatori del nostro Paese, ma non abbiamo mai affermato d'aver annientato gli imbecilli.”

Origine: Citato in Enzo Bettiza, La cavalcata del secolo, Mondadori, Milano, 2000, p. 263.

“[Boris Pasternak] Credo sia morto contento perché, almeno fuori, hanno pubblicato Il dottor Zivago, e perché pensava di avere ragione.”

Origine: Citato in Enzo Biagi, Mille camere, Mondadori, Milano, 1984, pp. 168-169.

“Tutti i dittatori sono sentimentali.”

Origine: Citato in Enzo Biagi, Russia, Rizzoli, Milano, 1974<sup>9</sup>, p. 102.

Il'ja Grigor'evič Ėrenburg: Frasi in inglese

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