Ludovico Ariosto: Frasi popolari (pagina 6)

“Dice il proverbio, ch'a trovar si vanno
Gli uomini spesso, e i monti fermi stanno.”

“Non vi vieto per questo (ch'avrei torto)
Che vi lasciate amar; che senza amante
Sareste come inculta vite in orto,
Che non ha palo ove s'appoggi o piante.”

“Che dona e tolle ogn'altro ben Fortuna;
Sol in virtù non ha possanza alcuna.”

“Chi va lontan da la sua patria, vede
Cose, da quel che già credea, lontane;
Che narrandole poi, non se gli crede,
E stimato bugiardo ne rimane.”

“Ingiustissimo Amor, perché sì raro
Corrispondenti fai nostri desiri?
Onde, perfido, avvien che t'è sì caro
Il discorde voler ch’in duo cor miri?”

“So ben ch'in tutto il gran femineo stuolo
Una non è che stia contenta a un solo.”

“Che l'uomo il suo destin fugge di raro.”

“Come ordine era dato, il tutto avvenne,
Che 'l consiglio del mal va raro invano.”

“Uno il saluta, un altro se gl'inchina,
Altri la mano, altri gli bacia il piede:
Ognun, quanto più può, se gli avvicina,
E beato si tien chi appresso il vede,
E più chi 'l tocca; che toccar divina
E sopranatural cosa si crede.
Lo pregan tutti, e vanno al ciel le grida,
Che sia lor re, lor capitan, lor guida.”

“Né spegner può, per starne l'acqua, il fuoco,
Né può stato mutar, per mutar loco.”

“Bisognan di valor segni più chiari,
Che por con leggiadria la lancia in resta:
Ma fortuna anco più bisogna assai;
Che senza, val virtù raro o non mai.”

“Qual d'acqua chiara il tremolante lume,
Dal sol percossa o da' notturni rai,
Per gli ampli tetti va con lungo salto
A destra et a sinistra, e basso et alto.”

“Gabrina tenne sempre gli occhi bassi,
Perché non ben risposta al vero dassi.”

“Ogni pelo arricciossi
E scolorossi al Saracino il viso,
La voce ch'era per uscir fermossi.”

“Quale è di pazzia segno più espresso
Che, per altri voler, perder se stesso?”

“Come ne l'alto mar legno talora,
Che da duo venti sia percosso e vinto,
Ch'ora uno inanzi l'ha mandato, ed ora
Un altro al primo termine respinto,
E l'han girato da poppa e da prora.”

“A donna né bellezza,
Né nobiltà, né gran fortuna basta,
Sì che di vero onor monti in altezza,
Se per nome e per opre non è casta.”

“Perché il bisogno a dispogliar gli altari
ra' l'uom talvolta, che sel trova avere.”

“Che rilevare un che Fortuna ruote
Talora al fondo, e consolar l'afflitto,
Mai non fu biasmo, ma gloria sovente.”