“Scrivo poesie. Di nascosto, però. Dai lettori. Da tutti. Scrivere versi è come cantare sotto la doccia. Un fatto intimo. Non so se pubblicherò mai le mie poesie.” Mo Yan
“[In Cina] La censura si può aggirare. Mi allarma piuttosto la crescita della popolazione, visto che nelle campagne e nelle città il limite del figlio unico è di fatto caduto. E poi la corruzione: non riguarda solo i funzionari, ormai i semplici cittadini cercano il guadagno con ogni mezzo.” Mo Yan figlie
“Si sentiva stremata, l'appiglio sfuggente al presente, l'appiglio al mondo e alla vita, le sarebbe presto scivolato dalle mani. Era questa la morte? Stava forse per morire? Non avrebbe più rivisto il cielo, la terra, il sorgo, suo figlio, e il suo amante che combatteva alla testa dei soldati? Gli spari risuonavano in lontananza oltre la fitta cortina di nebbia. Douguan! Douguan! Figlio mio, aiutami, tienimi stretta, tua madre non vuole morire. Oh, cielo! Cielo… mi hai donato un amante, un figlio, la ricchezza, e questi trenta anni di vita densa come il sorgo rosso. Cielo, me le hai donate queste cose, non puoi riprendertele, perdonami, ma lasciami andare! Cielo, pensi che io sia in colpa? Credi che se avessi diviso il cuscino con un lebbroso, e generato un mostro rognoso e purulento insozzando questo bel mondo sarei stata nel giusto? Cielo, cos'è la castità? Cos'è la giusta via? Cos'è la bontà? Cos'è il male? Non me l'hai mai detto, ho sempre dovuto sbrigarmela da sola. Amo la felicità, amo la forza, amo la bellezza, il mio corpo mi appartiene, sono padrona di me stessa, non ho paura di sbagliare, non ho paura della punizione, non ho paura di entrare nei diciotto gironi del tuo inferno. Ho fatto tutto ciò che dovevo fare e ciò che andava fatto, e non temo nulla. Ma non voglio morire, voglio vivere, voglio vedere ancora un po' di mondo. Cielo…” Mo Yan da Sorgo rosso, pp. 94-95 figlie , Sulla paura , Sul mondo , Sulla vita
“Oh, cielo! Cielo… mi hai donato un amante, un figlio, la ricchezza e questi trenta anni di vita densa come il sorgo rosso. Cielo, me le hai donate queste cose, non puoi riprendertele, perdonami, ma lasciami andare! Cielo, pensi che io sia in colpa? Credi che se avessi diviso il cuscino con un lebbroso, e generato un mostro rognoso e purulento insozzando questo bel mondo sarei stata nel giusto? Cielo, cos'è la castità? Cos'è la giusta via? Cos'è la bontà? Cos'è il male? Non me l'hai mai detto, ho dovuto sempre sbrigarmela da sola. Amo la felicità, amo la forza, amo la bellezza, il mio corpo mi appartiene, sono padrona di me stessa, non ho paura di sbagliare, non ho paura della punizione, non ho paura di entrare nei diciotto gironi del tuo inferno. Ho fatto tutto ciò che dovevo fare e ciò che andava fatto, e non temo nulla. Ma non voglio morire, voglio vivere, voglio vedere ancora un po' di mondo.Cielo…” Mo Yan libro Sorgo rosso Red Sorghum Ricchezza , Sulla vita , Sulla felicità , Sul mondo
“Il fitto e alto sorgo risplendeva, freddo e gentile seduceva gli uomini, appassionato e tumultuoso. I venti autunnali erano freddi, forti i raggi del sole, gruppi di nuvole bianche e dense vagavano nel cielo azzurro, facendo scivolare sul sorgo le loro ombre color porpora. Per decine di anni che sembrano un giorno, file e file di persone dalla pelle rossoscura hanno fatto la spola tra i fusti del sorgo come disegnando una rete. Essi hanno ucciso, saccheggiato e difeso lealmente il Paese, muovendosi in una danza eroica e tragica che fa impallidire al confronto noi indegni discendenti e mi fa percepire chiaramente la regressione della specie che accompagna il progresso.” Mo Yan libro Sorgo rosso Red Sorghum Sugli uomini , Sulle persone , Sole , Danza