“Amor, per cui tant'alto il ver discerno, | Ch'apre le porte di diamante e nere, | Per gli occhi entra il mio nume; e per vedere | Nasce, vive, si nutre, ha regno eterno. | Fa scorger quant' ha il ciel terr'ed inferno, | Fa presente d'absenti effigie vere, | Repiglia forze, e, trando dritto, fere, | E impiaga sempre il cor, scuopre ogn'intero. | O dunque, volgo vile, al vero attendi, | Porgi l'orecchio al mio dir non fallace, | Apri, apri, se può, gli occhi, insano e bieco. | Fanciullo il credi, perché poco intendi; | Perché ratto ti cangi, ei par fugace; | Per esser orbo tu, lo chiami cieco.”

dal sonetto anteposto ai dialoghi

Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Giordano Bruno 248
filosofo e scrittore italiano 1548–1600

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“Cor et mentem aperi ne in dubitationum pelago naufragus sis – Apri mente e cuore per non essere più naufrago in un mare di dubbi.”

Raffaele Palma (1953) scrittore, disegnatore e umorista italiano

Tutto in Una Notte, Sindonibus

“Qualunque ben si fa, naturalmente | nasce d'Amor, come del fiore el frutto, | ché Amor fa l'omo essere valente.”

Cecco Angiolieri (1260–1312) poeta, scrittore

1975; XXXVII, vv. 1-3
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Origine: Il sonetto è tutto pervaso da un canzonatorio, se pur benevolo, scetticismo. (Nota del curatore)

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