“Una moglie è oggetto di stima, mai di piacere.”

Origine: Citato in Mari Yamazaki, Thermae Romae, vol. IV, Star Comics, 2012, p. 32. ISBN 978-88-6420-365-2

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Febbraio 2025. Storia
Argomenti
piacere , moglie , oggetto , stima
Lucio Elio Cesare photo
Lucio Elio Cesare 1
politico romano 101–138

Citazioni simili

Julius Evola photo

“Non vi è oggetto del piacere bramoso o passivo che non possa, in via di principio, essere anche oggetto del piacere eroico o positivo, e viceversa.”

Julius Evola (1898–1974) filosofo, pittore e poeta italiano

da "Cavalcare la tigre", Edizioni Mediterranee, 1961
Cavalcare la tigre

Heinrich Von Kleist photo
Emile Zola photo
Álvaro Recoba photo
Giuseppe Prezzolini photo
Wilbur Smith photo

“Non scrivere mai per piacere al pubblico, ma per piacere a te.”

Wilbur Smith (1933) scrittore britannico

da Il dio del fiume

Jean Cardonnel photo
Bernard Berenson photo
Luigi Pirandello photo

“Certo un oggetto può piacere anche per se stesso, per la diversità delle sensazioni gradevoli che ci suscita in una percezione armoniosa; ma ben più spesso il piacere che un oggetto ti procura non si trova nell'oggetto per se medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d'immagini care. Né noi lo percepiamo più qual esso è, ma così, quasi animato dalle immagini che suscita in noi o che le nostre abitudini vi associano. Nell'oggetto, insomma, noi amiamo quel che vi mettiamo di noi, l'accordo, l'armonia che stabiliamo tra esso e noi, l'anima che esso acquista per noi soltanto e che è formata dai nostri ricordi.”

Luigi Pirandello (1867–1936) drammaturgo, scrittore e poeta italiano premio Nobel per la Letteratura nel 1934

Cap IX
Variante: Ogni oggetto in noi suol trasformarsi secondo le immagini ch’esso evoca e aggruppa, per così dire, attorno a sé. Certo un oggetto può piacere anche per se stesso, per la diversità delle sensazioni gradevoli che ci suscita in una percezione armoniosa; ma ben più spesso il piacere che un oggetto ci procura non si trova nell’oggetto per sé medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d’immagini care. Né noi lo percepiamo più qual esso è, ma così, quasi animato dalle immagini che suscita in noi o che le nostre abitudini vi associano. Nell’oggetto, insomma, noi amiamo quel che vi mettiamo di noi, l’accordo, l’armonia che stabiliamo tra esso e noi, l’anima che esso acquista per noi soltanto e che è formata dai nostri ricordi.

Argomenti correlati