“Con me, che mi vergogno come al primo incontro, lui che mi fa arrendevole con cento furbe lusinghe, | che gli parlo con un sorriso dolce tenero, lui che scioglie la veste fine dai miei fianchi, | amica, fa' che l'uccisore di Keśin, sublime, negli affetti incostante, | si soddisfi con me, impazzita di fantasie d'amore.”

—  Jayadeva , libro Gītagovinda

61; in Poesia indiana classica
Gītagovinda

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Jayadeva 4
poeta e mistico indiano 1170–1245

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“Io chiamo, io prego, io lusingo la morte | come divota, cara e dolce amica, | che non mi sia nemica | ma vegna a me come a sua propria cosa | […].”

Fazio degli Uberti (1305) poeta

Canzoni, X
Origine: In Serventése nazionale ed altre poesie liriche di Fazio Degli Uberti, Tipografia di Giovanni Benelli, 1841, p. 62 https://books.google.it/books?id=7N8EfI_jrTMC&pg=PA62.

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“A me la morte fa una gran paura, si lasciano troppi sorrisi, troppe mani, troppi occhi.”

Augusto Daolio (1947–1992) cantante e attivista italiano

Pensieri

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“Volubilità. Reiterata sazietà di un affetto incostante.”

Ambrose Bierce (1842–1914) scrittore, giornalista e aforista statunitense

2005
Dizionario del diavolo

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