
“L'ipocrita è un ragazzo che va a scuola col sorriso sulle labbra.”
A Connotary
Per la sua bocca
“L'ipocrita è un ragazzo che va a scuola col sorriso sulle labbra.”
A Connotary
“[Joan Miró] Un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni.”
citato in George E. Kent, I poetici ghirigori di Joan Miró, Selezione dal Reader's Digest, febbraio 1971
da Aeroporto "Leonardo da Vinci"
Sinfonia italiana
Nessuno più di Hesse ha saputo leggere in questo sorriso l'ermetica corrispondenza di due volti, quello dell'Apollo di Veio e del Budda. Essi affiorano dai densi chiarori di un sole autunnale filtrato nelle pagine indimenticabili del Klingsor, sigillando in sé non l'agonia tempestosa di un forzato distacco, ma l'occulto presagio di un infinito ritrovamento, dove tutto è «in divenire, tutto in metamorfosi, tutto pervaso dall'anelito di divenire uomo, di divenir stella, tutto pervaso di nascita e di disfacimento, pieno di Dio e di morte». (da Klingsor o la «musica del mutamento», p. 310)
Gli schiavi di Efesto
Origine: Da Herman Hesse, Narciso e Boccadoro, traduzione di C. Baseggio in Opere Scelte di Hermann Hesse, 5 vv., a cura di L. Mazzucchetti, Milano, 1961, III, p. 509. Gli schiavi di Efesto, nota a p. 310.
Origine: Da Hermann Hesse, Klingsor letzter Sommer, in Gesammelte Werke, 12 vv., Frankfurt a. M., 1970, V, pp. 322-323. Gli schiavi di Efesto, nota a p. 310.
da Poesie scritte col lapis, La maestra di piano