
20. Lo specchio della natura, L'Olanda nel Seicento, p. 424
La storia dell'arte
tomo I, Carlo Ceresa pittore, p. 246
Vite de' pittori scultori e architetti bergamaschi
Variante: Fu il Ceresa buon figurista sì in grande, che in piccolo, ma ad olio solamente. Studiava le opere sue dal naturale, dal che ne risulta esatta correzione del disegno. Nell'inventare fu piuttosto aggiustato, che ferace. Si valse per lo più di colori vivaci e brillanti, caricando però gli scuri con molta forza: usò certo modo di tingere, che in parte a quello, che tenne il Querino nelle carnagioni, si accosta. Le figure sono aggraziate, ed espressive, e le sacre spirano, e che molto dilettano per le idee loro belle e ridenti. (Carlo Ceresa pittore, p. 246)
20. Lo specchio della natura, L'Olanda nel Seicento, p. 424
La storia dell'arte
“Confesso d'essere per istinto naturale più adatto a fare grandi opere che piccole curiosità.”
II), Il Quattrocento nordico, p. 264
La storia dell'arte
“Il Caravaggio non aveva né varietà, né correzione; e perciò era tutto cattivo nel disegno.”
da Lezioni pratiche di pittura, VIII, 73, in Opere, p. 246
Origine: Citato in Donald Rayfield, Stalin e i suoi boia: una analisi del regime e della psicologia stalinisti, traduzione di Stefania De Franco, Garzanti, Milano, 2005, p. 54. ISBN 88-11-69386-1.