1962, da Fabulazzo, a cura di Lorenzo Ruggiero, Kaos Edizioni, 1992
“Io dico che nessuno è più qualificato, nessuno ha più studiato di me, Laforgue, in questo caso, ecco, l'ho studiato da più di vent'anni. Perché un critico non può, vedendo diecimila spettacoli, approfondire vent'anni, un autore per vent'anni. Non è possibile. […] Non ammetto, quindi, questa spocchia del critico, il letterato che deve saperla più lunga del grandissimo attore. Il grandissimo attore la sa più lunga di lui, se no non sarebbe tale. Un attore incolto oggi non ha senso, non può occuparsi di scrittura di scena, non può fare la strada che io ho percorso, non può batterla. Non può essere il più grande attore d'Europa, come mi si dice, sulla scrittura di scena, se non è più colto dell'ultimo critico in sala.”
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Origine: Chi c'è in quel film? Ritratti e conversazioni con le stelle di Hollywood, p. 59
... ] L'istrione ha il compito di sgambettare il disegno che il grande attore critico sta allora tracciando sulla scena [... ] Il non-attore è l'artefice per eccellenza: carisma a parte, la sua presenza in scena è poesia. Tutto il resto è teatro. (pag. 1026)
dall'intervista di Vincenzo Iannuzzo, Il ritmo delle note nel cabaret, La Nuova Ferrara, 28 gennaio 2008
Origine: Dall'intervista di Alessandra Mattanza, Michael Fassbender: «Sono il più severo critico di me stesso» http://www.leiweb.it/celebrity/personaggi-news/2013/michael-fassbender-intervista-401716762327.shtml, Leiweb.it, 31 ottobre 2013.
Variante: No, non ho studiato niente, perché come si dice, sono figlia d'arte, si può dire che l'avevo proprio nel mio DNA questa capacità di recitare. Perché poi "doppiaggio" è una parola quasi inadeguata, nel senso che il doppiaggio lo può fare chi sa recitare, e in più a questo deve aggiungere una tecnica particolare. Perché una cosa è recitare in teatro, quindi portare la voce, avere un timbro diverso; e una cosa è fare il doppiaggio, avere davanti un microfono, e quindi devi poter dosare la tua voce, e avere la tecnica tale da permetterti di essere vera, autentica, di trasmettere emozioni. Tutto quello che l'attore in presa diretta ha costruito magari in mesi di lavoro, noi dobbiamo doppiarlo in tempi molto stretti, quindi è necessaria una tecnica particolare, una particolare sensibilità, perché bisogna tradurre quello che è il lavoro dell'attore in originale, a noi, alla nostra lingua, il nostro modo di essere, le nostre sensazioni, quindi è un lavoro anche creativo.
Origine: Da Quel mostro di mia suocera è Mary Poppins: intervista a Maria Pia Di Meo http://www.panorama.it/blog-5/la-fine-del-mondo-e-ritorno/quel-mostro-di-mia-suocera-e-mary-poppins-intervista-a-maria-pia-di-meo/, Panorama, 8 agosto 2016.
“Meglio fare le notizie che riceverle; meglio essere un attore che un critico.”
da The Story of the Malakand Field Force, 1898