“Tutto ciò comporterà, come dicono gli economisti, un rallentamento della crescita, quando non addirittura una crescita zero. E qui siamo a quella parola subdola: «crescita», che gli economisti applicano sia ai paesi diseredati che raccolgono tra l'altro i quattro quinti dell'umanità, sia ai paesi già sviluppati che nonostante ciò «devono crescere». Fin dove? E a spese di chi? E a quali costi ambientali? Qui l'economia tace perché il problema non è di sua competenza, e con l'economia tacciono anche le voci degli uomini che alle leggi dell'economia si devono piegare.”

la Repubblica

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia
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Umberto Galimberti 99
filosofo e psicoanalista italiano 1942

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“In Italia abbiamo la crescita a zero; qui a Bologna la crescita è meno dieci perché i comunisti se li mangiano.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da Comici
Imitazioni, Emilio Fede

“Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito in un mondo finito è un folle, oppure un economista.”

Kenneth Boulding (1910–1993) economista, pacifista e poeta inglese

Origine: Dalla homepage di decrescita.it; citato in Massimo Gentile, Senza identità: Riflessioni e ispirazioni contro l'individualismo, Armando Editore, Roma, 2009, p. 117 http://books.google.it/books?id=Hl-Zp7mVzlcC&pg=PA117. ISBN 978-88-6081-460-9

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“L'economia è estremamente utile come forma di lavoro per gli economisti.”

John Kenneth Galbraith (1908–2006) economista, funzionario e diplomatico canadese

Origine: Citato in Focus n. 104, p. 188.

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“L'economia è una cosa troppo seria per lasciarla fare agli economisti.”

Antonio Albanese (1964) attore, comico e cabarettista italiano

da Mai dire Lunedì, 2005
Personaggi, Pier Peter

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“Mi dispiace che Lei si trovi con un grande svantaggio nel capire l'economia, Primo Ministro. Lei è un economista.”

Jonathan Lynn (1943) attore, regista e sceneggiatore britannico

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“Di qui l'allarme, finalmente, preso sul serio. Ma di qui anche la necessità di capire che il rientro nell'ambito della respirazione regolare comporta non solo un rallentamento quantitativo, ma una "mutazione" vera e propria, qualitativa, della crescita: una trasformazione dalla formula "di tutto di più" alla formula "meno ma meglio" alla quale tutta la struttura tecnica e, soprattutto, socio e psicologica è totalmente impreparata. Ciò comporta la realizzazione di quello stato stazionario (che non è affatto uno stato statico, come un lago aperto non è uno stagno chiuso) che era considerato dagli economisti classici come l'inevitabile esito di una impossibile crescita continua, che procede oggi al ritmo catastrofico dell'interesse composto. Il senso positivo dell'allarme climatico è questo. L'emergenza di una scarsità assoluta che si credeva confinata in un futuro indistinguibile è lì, di fronte a noi. Il problema ambientale diventa non aspirazione poetica, ma, dapprima, problema energetico, quello del passaggio dalle energie non rinnovabili sprofondate nel sottosuolo a quelle rinnovabili che inondano con la luce solare la superficie della Terra; e conseguentemente problema economico, di scala sostenibile della produzione; e infine problema culturale e morale di dislocazione dei bisogni e dei desideri dal consumo distruttivo alla creatività attivistica, dal privatismo aggressivo all'individualismo sociale.”

Giorgio Ruffolo (1926) politico, giornalista e saggista italiano

da Uomini e farfalle, L'espresso, n. 28, anno LIII, 19 luglio 2007, p. 107

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