“La dominazione francese, fatale tanto ai nostri pii istituti per la vita autonoma che loro tolse, minacciandoli così di completa ruina, ebbe a Napoli un bel giorno, il 3 giugno del 1811. Fu quello il giorno della promulgazione del decreto, firmato dai Ministri Pignatelli e Zurlo pel Re Gioacchino Murat, che vietava per sempre l'uso nella Santa Casa di dare al trovatello il cognome di Esposito, lasciando all'arbitrio di coloro che erano a tutela del fanciullo, la facoltà di dargli qualunque il loro nome.”

Origine: Storia della carità napoletana, p. 173-74

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 04 Giugno 2020. Storia

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“Intanto a Napoli con l'editto del 1802 (RD 30.06.1802) il Re proibiva l'accattonaggio per le Chiese, per le strade e nei luoghi pubblici (art. 1); ordinava il ricovero nel Real Albergo de' poveri, se storpi ed inabili al lavoro (artt. 2 e 4); comminava pene ai trasgressori (art. 3), e ai parenti, che non ne prendessero cura (artt. 5 e 9); prescriveva norme per l'amministrazione dell'Istituto e all'art. 12 dichiarava espressamente: «Oltre ai mendici saranno raccolti e rinchiusi per ora nel Real Albergo de' Poveri tutti i fanciulli e le fanciulle che vagano per la città abbandonati dai loro genitori, o da coloro che avendoli presi dalla Santa Casa dell'Annunziata, gli lascino esposti di nuovo, senza più curarne il mantenimento e l'istruzione». Inoltre l'editto distingueva tra abbandonati da genitori naturali che potevano essere destinati alla Santa Casa dell'Annunziata e abbandonati da genitori di allievo (baliatico) che erano invece rivolti al Real Albergo de' Poveri. Le disposizioni del 1802 mal celavano però un carattere di provvisorietà, determinato dalla penuria di eliminare al più presto l'accattonaggio, e dalle tristi condizioni economiche del Reame. Ma le intenzioni del primo Ferdinando dovevano fare i conti con un imprevisto di suprema importanza: l'occupazione francese avvenuta nel 1806 per la quale il Re e la sua Corte furono costretti a fuggire a Palermo sotto la protezione degli inglesi.”

Origine: L'assistenza degli esposti in Napoli, p. 15

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Ce sabre est le plus beau jour de ma vie!

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“Questa stretta di mano è il più bel giorno della mia vita.”

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