“*Baciami, baciami, vuo' che mi baci; | a cento scocchino, a mille piovano | qui su quest'avida bocca i tuoi baci. | E poi che il numero sfugge a noi stessi.”

V, vv. 7-10
Carmi
Variante: Baciami, baciami, vuo' che mi baci; | a cento scocchino, a mille piovano | qui su quest'avida bocca i tuoi baci. | E poi che il numero sfugge a noi stessi.

Originale

Da mi basia mille, deinde centum, | dein mille altera, dein secunda centum, | deinde usque altera mille, deinde centum, | dein, cum milia multa fecerimus, |conturbabimus illa, ne sciamus, | aut ne quis malus inuidere possit, | cum tantum sciat esse basiorum.

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 24 Maggio 2020. Storia
Argomenti
bocca , mille , numero
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Gaio Valerio Catullo 63
poeta romano -84–-54 a.C.

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“Se infelice è l'innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore, mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi gli fu negato.”

Italo Calvino (1923–1985) scrittore italiano

cap. XI
Variante: Se infelice è l’innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore, mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi gli fu negato.

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“Fanciulla, io ti chiedea | d'un bacio; e i labbri bèi | tu curvasti al libar de' labbri miei: | indi, come per rea | vista d'angue compresso, | tu balzi fuor del disiato amplesso, | e da me torci di tua bocca il fiore. | Luce degli occhi miei, baci d'amore | non han modo sì rio: | né un dar di baci è questo: è un dar dolore | e di baci un disio.”

Johannes Secundus (1511–1536) poeta olandese

Epigramma
Origine: Traduzione di Giosuè Carducci in Edizione nazionale delle Opere di Giosuè Carducci, volume ventinovesimo, Versioni da antichi e moderni, Nicola Zanichelli Editore, 1943, p. 196.

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“Sopra di te c'è un ramo di melo: | cadono i petali sulla tua bocca: | altri volteggiano lenti cadendo | sui tuoi capelli, sopra i tuoi occhi. || Tutto il giorno io guardo la tua bocca, | sopra i tuoi occhi si chinano i rami: | sui loro stami trascorre la luce, | radiosità che sparisce tra i baci.”

Miklós Radnóti (1909–1944) poeta ungherese

da Canto floreale
Origine: In Lirici ungheresi, scelti e tradotti da Folco Tempesti, con introduzione e note, Vallecchi Editore, Firenze, 1950, p. 346.

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“Or tu chi se', che vuo' sedere a scranna, | per giudicar di lungi mille miglia | con la veduta corta d'una spanna?”

Dante Alighieri (1265–1321) poeta italiano autore della Divina Commedia

XIX, 79-81
Variante: Or tu chi se', che vuo' sedere a scranna,
per giudicar di lungi mille miglia
con la veduta corta d'una spanna?

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“La morte ha mille porte da cui la vita sfugge: | Ne troverò una.”

Philip Massinger (1583–1640) drammaturgo inglese

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