“[Su Scent of a Woman - Profumo di donna] Già è un pastrocchio. Gli americani però non s'accontentano d'un rifacimento: aggiungono una storia parallela etico-scolastico-giovanile alla maniera de «L'attimo fuggente»; inzeppano la vicenda di alberghi e oggetti lussuosi (una suite al Waldorf-Astoria di New York, abiti adattati su misura, pranzi e drink all'Oak Room del Plaza, una Ferrari, un tango danzato nella sala da ballo vuota del Pierre); smussano la vicenda brutale, sciolgono nel patetico o nel declamatorio il personaggio odioso. […] Gran pastrocchio, per due ore e trentacinque minuti: e tuttavia non ci si annoia. Al Pacino, altre volte così bravo, strafà con un'autoindulgenza e un autocompiacimento insopportabili, ma anche con una virulenza che tiene desta l'attenzione.”

Origine: Da Pacino, re di un pastrocchio che avvince http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,22/articleid,0776_01_1993_0057_0022_10959067/, La Stampa, 27 febbraio 1993, p. 22.

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 21 Maggio 2020. Storia

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“[Su Scent of a Woman - Profumo di donna] Nel rifacimento americano Al Pacino è accompagnato da un giovane studente, Chris O'Donnell, che sembra uscito da "L'attimo fuggente", e le peripezie della coppia sono molto più spettacolari e incredibili, inclusa una scorribanda in una Ferrari pilotata dal cieco.”

Tullio Kezich (1928–2009) critico cinematografico, commediografo e sceneggiatore italiano

Origine: Da Bisogna dire grazie a Gassman https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/04/Bisogna_dire_grazie_Gassman_co_0_9601043157.shtml, Corriere della Sera, 4 gennaio 1996, p. 24.

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“La scena del film Scent of a Woman che preferisco è quella del ballo, dopo l'invito fatto con voce sommessa pensando forse a promesse d'amore perdute, a sogni inevasi. Rivela la fantasia e il senso dello spettacolo degli americani, che fanno guidare una Ferrari a un cieco: gli italiani si sarebbero vergognati. Il film è in crescendo, ma io preferisco gli intermezzi più intimisti.”

Giancarlo Giannini (1942) attore italiano

Origine: Citato in Grassi Giovanna, Giannini: doppiare Al Pacino, che lezione https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/04/Giannini_doppiare_Pacino_che_lezione_co_0_9601043158.shtml, Corriere della Sera, 4 gennaio 1996, p. 24.

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“Quando uscì Scent of a Woman andai a vederlo con Vittorio. E ci divertimmo anche. Certo, a nessuno dei due venne in mente anche una lontana parentela con il nostro film. Quello che avevamo davanti era un'altra cosa. Per certi versi sbagliata, per altri buona. Per esempio, la scena dove Al Pacino cieco guida l'auto mi piacque molto, avrei voluto farla io. Mentre era sbagliato aver "dimenticato" la storia d'amore, fondamentale nella vicenda e messa a margine nella versione americana. Che infatti non funzionò.”

Dino Risi (1916–2008) regista italiano

Origine: Citato in Manin Giuseppina, Risi: sbagliati i paragoni si tratta di altre storie https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/ottobre/31/Risi_sbagliati_paragoni_tratta_altre_co_0_9610317037.shtml, Corriere della Sera, 31 ottobre 1996, p. 37.

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“Non soggetti di vicende e oggetti di narrazione, […] al contrario, soggetti […] e oggetti, vittime tutti (tutti i protagonisti) di quelle vicende che da essi stessi irrompono.”

Igor Sibaldi (1957) traduttore, saggista e scrittore italiano

Origine: Introduzione a I fratelli Karamàzov, p. XVII

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“[Sul teatro di Pirandello] Quanto più accentuata e brutale e naturalisticamente definita è la conclusione della vicenda occasionale, la formale perentorietà del gesto culminante […] tanto più essa misura, come un deus-ex-machina infruttuoso ed ironico, la non-conclusione del dramma dei personaggi.”

Arcangelo Leone de Castris (1929–2010) scrittore e critico letterario italiano

da Arcangelo Leone de Castris, Il decadentismo italiano, Bari, 1974, p. 199; citato da Ferruccio Masini in Gli schiavi di Efesto; L'umorismo pirandelliano e la scrittura teatrale come entelechia drammatica. Editori Riuniti, Roma, 1981, pp. 349-340, nota
Origine: Omissione di Ferruccio Masini

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