“Questa parola, empatia, è forse l'unica ragione per cui continuo a recitare. In un certo senso ho accettato l'idea che recitare sia in realtà un lavoro di empatia. Se sono chiamato a interpretare un assassino non posso identificarmi con lui ma posso empatizzare emotivamente. Qualsiasi sia la sua motivazione, ho il compito di trovarla.”

Estratto da Wikiquote. Ultimo aggiornamento 18 Gennaio 2019. Storia

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“Purtroppo è un'idea sbagliata quella che i sentimenti siano noiosi. In America pensano che il pubblico voglia solo azione, sia stupido. Ma in realtà i sentimenti e l'immaginazione creano empatia e sono un modo di riflettere. Il che fa paura, perché si potrebbe iniziare a pensare diversamente, e questo è uno dei motivi. Non si favorisce l'immaginazione e si mantiene il controllo.”

Susan Sarandon (1946) attrice e produttrice cinematografica statunitense

Origine: Citato in Paola Nicita, Susan Sarandon a Taormina: "Hillary Clinton non mi rappresenta" http://palermo.repubblica.it/societa/2016/06/12/news/susan_sarandon_a_taormina_hillary_clinton_non_mi_rappresenta_-141859341/, Repubblica.it, 12 giugno 2016.

“[Sulla preparazione per doppiare] No, non ho studiato niente, perché come si dice, sono figlia d'arte, si può dire che l'avevo proprio nel mio DNA questa capacità di recitare. Perché poi "doppiaggio" è una parola quasi inadeguata, nel senso che il doppiaggio lo può fare chi sa recitare, e in più a questo deve aggiungere una tecnica particolare. Perché una cosa è recitare in teatro, quindi portare la voce, avere un timbro diverso; e una cosa è fare il doppiaggio, avere davanti un microfono, e quindi devi poter dosare la tua voce, e avere la tecnica tale da permetterti di essere vera, autentica, di trasmettere emozioni. Tutto quello che l'attore in presa diretta ha costruito magari in mesi di lavoro, noi dobbiamo doppiarlo in tempi molto stretti, quindi è necessaria una tecnica particolare, una particolare sensibilità, perché bisogna tradurre quello che è il lavoro dell'attore in originale, a noi, alla nostra lingua, il nostro modo di essere, le nostre sensazioni, quindi è un lavoro anche creativo.”

Maria Pia Di Meo (1939) attrice, doppiatrice e direttrice del doppiaggio italiana

Variante: No, non ho studiato niente, perché come si dice, sono figlia d'arte, si può dire che l'avevo proprio nel mio DNA questa capacità di recitare. Perché poi "doppiaggio" è una parola quasi inadeguata, nel senso che il doppiaggio lo può fare chi sa recitare, e in più a questo deve aggiungere una tecnica particolare. Perché una cosa è recitare in teatro, quindi portare la voce, avere un timbro diverso; e una cosa è fare il doppiaggio, avere davanti un microfono, e quindi devi poter dosare la tua voce, e avere la tecnica tale da permetterti di essere vera, autentica, di trasmettere emozioni. Tutto quello che l'attore in presa diretta ha costruito magari in mesi di lavoro, noi dobbiamo doppiarlo in tempi molto stretti, quindi è necessaria una tecnica particolare, una particolare sensibilità, perché bisogna tradurre quello che è il lavoro dell'attore in originale, a noi, alla nostra lingua, il nostro modo di essere, le nostre sensazioni, quindi è un lavoro anche creativo.
Origine: Da Quel mostro di mia suocera è Mary Poppins: intervista a Maria Pia Di Meo http://www.panorama.it/blog-5/la-fine-del-mondo-e-ritorno/quel-mostro-di-mia-suocera-e-mary-poppins-intervista-a-maria-pia-di-meo/, Panorama, 8 agosto 2016.

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